Calcio e sport › A Liverpool

Marzo 2005

Quarti di finale di Champions League, gara di andata. Si gioca ad Anfield Road contro il Liverpool, a venti anni esatti di distanza dall'Heysel.
Trasferta pericolosa, anzi LA trasferta pericolosa.
La butto lì, sul NG della Juve: "C'è qualche toscano che vuol venire a Liverpool?"
Mi risponde Leo, contattiamo il Nucleo 1986, prenotiamo il volo con la Ryan Air da Pisa, poi ci uniremo ai ragazzi della curva a Stansted. Da lì in autobus, 5 ore, fino a Liverpool.
Il giorno dopo si unisce a noi Lara, la sorella di Leonardo.
E' deciso: si va.
Bandiera "Vaiano presente", sciarpa e bomber. Viaggio ok, i ragazzi del Nucleo sono dei ganzi, in bus con noi c'è anche un giornalista francese che documenta la trasferta degli ultras della Juve in casa dei Reds, mai incontrati dopo Bruxelles.
Attraversiamo Liverpool, fuori dai pub migliaia di tifosi inglesi che ci squadrano: arrivati a cinquecento metri da Anfield ci fanno scendere e incamminare a piedi verso lo stadio.
Della Police neanche l'ombra. Siamo 150 (tre autobus), ci mettiamo in corteo con l'idea di non attirare l'attenzione degli inglesi.
La scelta strategica dura meno di un minuto: dalla testa del corteo si alza una voce stentorea: "Ovunque noi andiamo...", pronta la risposta "La gente vuol sapere chi noi siamo".
Facciamo i cinquecento metri cantando e sventolando le bandiere, gli inglesi non si avvicinano, arriva in fretta e furia la polizia a cavallo che ci incanala verso l'ingresso della curva.
L'ambiente è straordinario, il campo è a dieci metri, quando entrano in campo le squadre parte l'inno del Liverpool.
"You'll never walk alone": lo cantano tutti, uomini, donne, vecchi e bambini. Impressionante e affascinante, nessuno di noi riesce neppure a fischiare. Riprendiamo vigore voltando le spalle alla coreografia che in modo molto ipocrita chiede AMICIZIA a venti anni di distanza da una strage impunita.
La partita diventa solo un contorno: perdiamo 2-1 con un gol valido ma annullato a Del Piero, ma quando gli arbitri sbagliano in Europa ai danni della Juve va bene a tutti, quando sbagliano in Italia a favore nostro sono dei venduti.
Alla fine usciamo, ancora corteo, ancora senza problemi a parte qualche inglese appostato nel buoi ma messo subito in fuga.
Alle 4 del mattino siamo di nuovo a Londra, a Stansted: l'aereo per Pisa parte alle 11, c'è anche il tempo per dormire...