Racconti di viaggio › Cividale-Slovenia

1996-2011. Dopo quindici anni e mille promesse di tornare nei luoghi del mio servizio di leva ho rimesso piede nella caserna Francescatto di Cividale del Friuli.
Il 3 aprile i cancelli della "mia casa" per dieci mesi nel 1996-97 si sono riaperti per le celebrazioni dei vari reggimenti di stanza a Cividale negli anni (e secoli) scorsi. Caserme ormai chiuse (tranne la Francescatto, dove ha sede un reggimento di alpini), ufficiali in pensione o passati a miglior vita, vecchi commilitoni che si sono ritrovati ricordandosi con i capelli corti e scoprendosi senza capelli e con la capigliatura bianca o brizzolata, amarcord e cose così...
Tutto molto emozionante: per due giorni mi è sembrato di viaggiare nel tempo e di riscoprirmi ventiseienne un po' spaesato ma felice di avre trascorso quasi un anno in quelle zone stupende. La molla decisiva che ha fatto scattare il viaggio è stata la concomitanza delle celebrazioni con il compleanno di Ketty, che per regalo ha avuto un excursus nel mio passato.
Ma parlando di militare non potevo non coinvolgere il fante Misuri, ovvero Giacomino, la persona con la quale sono rimasta più in contatto dopo gli anni del militare. "Si va?" la domanda, "Sì" la risposta e così siamo partiti, con tanto di due Sara al seguito: la mia bambina e la sua fidanzata.
Per non obbligare Ketty a vivere due giorni e mezzo da militare ho deciso di unire al viaggio anche una parte turistica più ampia e non limitata alla valle del Natisone. Ne è nata questa scelta:
Hotel
Tramite Booking ho prenotato l'hotel Lucija (http://www.hotel-lucija.com), a Most Na Soci (Ponte sull'Isonzo) in Slovenia, a una quarantina di chilometri da Cividale, tutti da percorrere seguendo l'Isonzo prima e il Natisone poi, quindi bellissimi. L'hotel ha aperto per la stagione proprio in quel weekend e noi eravamo le uniche due coppie presenti. Ottimo voto: hotel grande, gestore molto disponibile, camere spaziose con vista sul lago, parco piccolo ma romantico lungo le sponde del fiume, colazione ricca in una saletta in cui risalta la caratteristica principale dei maggiori frequentatori dell'hotel, ovvero la passione per la pesca a mosca.
Most Na Soci
Il paese è piccolo, si gira in un'ora camminando tra stradine, case tipiche e cimiteri in collina con vista bellissima sulla valle. Nonostante le dimensioni del paese i turisti sono "curati" e per terra sono segnati con piccole orme di piedi gialle i percorsi da seguire per vedere chiese e monumenti. Ma il vero pregio del paese è il lago formato dalle acque dell'Isonzo: verde smeraldo (bisogna vederlo perchè a parole è difficile da spiegare), pieno di pesci, sede di una gara di tuffi dal ponte, con il lungolago ben curato con opere di arte contemporanea e locali dove bere o mangiare qualcosa affacciati sull'acqua. A rendere tutto perfetto ha pensato il tempo, già più che primaverile: sole, 25 gradi e cielo terso.
La sera in cui abbiamo cena a Most na Soci siamo andati da Sterk che, a dispetto del nome, è un ristorante-pensione molto carino a un centinaio di metri dall'hotel Lucija: menù di carne e di pesce, atmosfera molto tranquilla ma con particolari ricercati e ospiti, anche in questo caso, dediti alla pesca a mosca, vera attrattiva della zona.
Caporetto
Sulla strada per Cividale non poteva mancare una sosta a Caporetto, dove io e Giacomo avevamo già passato qualche domenica girellando tra il sacrario e il paese passando l'allora confine controllato facendo finta di non essere militari ma turisti (come se non si capisse dai capelli...). Il paese è rimasto tale e quale: siamo saliti al sacrario, unici in quella mattina di aprile. D'obbligo il triplice giro seguendo le scalinate e la sosta nella chiesetta: il numero dei nomi dei morti nella battaglia rimane impressionante. Nel silenzio della valle e anche nel nostro, colpiti dal ricordo della tragedia, sono comparsi anche due cervi nel boschetto vicino.
In paese è stata invece toccante e istruttiva la visita al museo, che nè io nè Giacomo avevamo visto da militari. Ottimamente tenuto, ricco di testimonianze a anche molto frequentato il museo vale i 5 euro (se non ricordo male) del biglietto. E un grazie particolare al signore della biglietteria che, memore di un viaggio in Toscana in bicicletta e divertito dalle espressioni della Sarina, ci ha regalato una bottiglia di grappa locale.
Cividale
Me la ricordavo bella e così l'ho ritrovata. E così è sembrata anche a Ketty e Sara. Rispetto ai tempi del militare non ho ritrovato l'Aquila Nera, bar di cento e più serate a giocare a freccette e a sparare bischerate, ma il resto c'è ancora tutto, compresa la pizzeria 4S. In due giorni abbiamo girato per qualche ora in centro, tra le viuzze e i negozi (con sosta a salutare il "Buitre" Lugnan, ex centravanti del Prato). Il primo giorno abbiamo mangiato in un'enoteca-osteria in piazza Diacono ma il clou è stato il sabato sera quando, in un vero e proprio revival del militare, siamo andati a cena all'agriturismo Mischis, una delle principali cause dei 7 chili che ho preso in un anno di servizio di leva.
Il locale è rimasto pressochè identico e la famiglia proprietaria è la stessa: è tutto buono e non c'è niente che costi più di otto euro. Sulla tavola sono piovuti frico, gnocchi al ragù, carne alla griglia, acqua e vino e alla fine niente è rimasto non mangiato. Consigliatissimo.
Raduno
Piccolo racconto del raduno. Dei quattro reggimenti festeggiati il nostro, il 76' Napoli, è quello di più recente scioglimento e noi bianco-cremisi eravamo gli ex forse meno numerosi. Arrivati da tutta Italia siamo stati accolti in città con locandine, una mostra nel chiostro di San Francesco, bandiere, cerimonie solenni, la messa in Duomo e, domenica, la sfilata da piazza del comune fino alla caserma Francescatto, con in testa la banda della Brigata Mantova in giallo-verde. Tutto divertente ed emozionante, con qualche tentativo di marcia guidata da ex caporali venuto più o meno bene e non il discorso di saluti in piazza d'armi, proprio sotto la palazzina nella quale ho dormito per dieci mesi. Abbiamo rivisto ex ufficiali e sotto-ufficiali, compreso il Comandante De Nipoti, più giovane e alla mano di quindici anni fa.
Dopo tre giorni splendidi e con grande soddisfazione di tutti, compresa la piccola Sara, al suo primo viaggio all'estero a soli cinque mesi di vita, abbiamo ripreso la strada della Toscana, non senza una breve sosta a Udine. Tutto da 10 e lode!