Racconti di viaggio › Perpignan-Barcellona 2011

La trasferta francese de I Cavalieri Prato a Perpignan, per la Amlin Challenge Cup di rugby, è stata lo stimolo/pretesto per un mini vacanza della famiglia Grazzini. La concomitanza della partita con il ponte dell’8 dicembre ci ha permesso di stare quattro giorni a cavallo dei Pirenei, prima nella Catalogna francese e poi a Barcellona.

Aiutati dal tempo, quasi primaverile, ci siamo goduti il viaggio e abbiamo scoperto una parte di Francia che non avevamo mai visto.

Il “tour” è iniziato da Pisa, con volo Ryanair su Girona (250 euro, andata e ritorno, due adulti e la bambina, solo bagaglio a mano). Ad attenderci una Ford Fiesta prenotata via Internet con globel-cars.com, un broker che ci ha fatto trovare il prezzo migliore affidandoci a Goldcar, compagnia con sportello a Girona: due giorni pieni di noleggio a 18 euro, diventati però 110 aggiungendo il pieno di benzina, il guidatore supplementare, il sedile per la bambina e l’assicurazione per l’attraversamento della frontiera. Alla fine la cifra si è ridimensionata perché abbiamo restituito l’auto con ¾ di benzina, che ci hanno rimborsato dopo 24 ore: la spesa finale è stata di circa 65 euro, più che accettabile considerati tutti gli “optional”. Ed anche il graffio che abbiamo trovato su una fiancata al parcheggio è rientrato nell’assicurazione base…

Da Girona a Perpignan ci sono solo 75 chilometri, durante i quali abbiamo pranzato ad uno dei tre autogrill che si incontrano e che hanno prezzi simili a quelli italiani.

Siamo arrivati a Perpignan verso le 15 e abbiamo trovato una città in piena attività pre-natalizia: parcheggi a pagamento pieni, compreso il Wilson, che avevamo scelto per la vicinanza all’albergo e per le dimensioni. Dopo un paio di giri nei viali che lambiscono il centro abbiamo deciso comunque di entrare al Wilson nonostante il semaforo rosso e abbiamo avuto fortuna, trovando un posto appena lasciato libero. Abbiamo parcheggiato lasciando l’auto lì per le 40 ore seguenti (34 euro), perché Perpignan si gira tranquillamente a piedi.

Abbiamo alloggiato all’Hotel de France (http://www.hoteldefrance-perpignan.fr/), trovato su Booking a 52 euro a notte e con qualche parere discordante degli utenti (voto 7,2 di media). Noi possiamo dire di essere stati fortunati. Abbiamo avuto la camera 107, grande, al primo piano, con vista sia sul canale che circonda una parte della città che sul Castillet, uno dei monumenti di Perpignan. Schermo lcd 40 pollici, bagno con vasca, lettino per la bambina nuovo di zecca e buona insonorizzazione per l’esterno (meno buona quella interna, che ha fatto i conti la prima notte col vicino di stanza che ha spento la tv alle 4 del mattino…).

Molto male il letto matrimoniale a causa del materasso a molle, probabilmente lo stesso usato da Edith Piaf quando ha soggiornato in questo albergo: molliccio e con fitte alle costole e alla schiena se non si trovava la posizione giusta tra molla e molla. Nel complesso però il voto è 7.

La città, visitata per tutto il giovedì e il venerdì fino alle 17, ci è piaciuta, grazie anche al clima natalizio, con i mercatini lungo il canale, le vetrine addobbate, le luci nelle strade e la pista di pattinaggio sul ghiaccio. Tra chiese, piazze e monumenti due giorni bastano: abbiamo visto (ma senza entrare nelle stanze a causa delle scale inadatte al passeggino) il Palazzo dei Re di Maiorca, che si trova su una collina dalla quale si gode una bella vista della città e dei Pirenei, la Cattedrale con il vicino cimitero, il Castillet e varie chiese, tutte ben segnalate nella guida in distribuzione nei due uffici dell’azienda per il turismo.

Una città con tanta storia, con un quartiere a ridosso del centro dove l’immigrazione dal nord Africa ha portato un effetto “banlieu” parigina (peccato…), con qualche problema di pulizia nelle strade che fanno da perimetro alle mura del Palazzo dei Re (abbiamo visto almeno dodici auto abbandonate a bordo della strada e in parte depredate dei pezzi di ricambio e abbiamo fatto un continuo slalom tra le cacche di cane, presenti in numero incredibile per centinaia e centinaia di metri e solo in quelle strade lì!) e con tanti negozi, alcuni dei quali davvero carini.

E poi c’è ovunque l’orgoglio catalano, con bandiere e stemmi giallorossi mostrati in ogni modo possibile. Non bassi i costi per mangiare, almeno nei locali che abbiamo visto noi e che non erano certo bettole. La prima sera abbiamo cenato al Cafè de la Paix (http://www.cityvox.fr/restaurants_perpignan/grand-cafe-de-la-paix_75677/Profil-Lieu) in Place Aragò: bel posto con veranda sulla piazza e buona cucina, sia a menù fisso che alla carta. Spesa intorno ai 25 a testa (in due) per un piatto di pasta, carne, un menù da bambini con cotoletta e patatine (e regalino) e acqua. Consigliato.

Colazione del giorno dopo al bar del Castillet (Le grand cafè de la Poste http://www.cityvox.fr/bars-et-boites_perpignan/le-grand-cafe-de-la-poste_82923/Profil-Lieu), dove abbiamo trovato un cameriere di origine veneziana che ci ha consigliato di non prendere l’intero menù della colazione ma “solo” un ottimo cappuccino francese con baguette imburrata e con marmellata, una brioche e un spremuta d’arancia, il tutto in un’atmosfera un po’ da Amelie e un po’ da fil noir francese degli anni ’70.

Il pranzo del venerdì invece l’abbiamo gustato (nel vero senso della parola) al Per’ Pinya (http://www.alperpinya-restaurant.fr/), cucina tipica presentata con ricercatezza anche di giorno: menù di carne e di pesce con tanti contorni. Ci è costato una trentina di euro a testa ma ne è valsa la pena ed anche in questo caso era presente un menù per bambini.

Rugby

Conclusione per il rugby. Abbiamo trascorso tutta la sera allo stadio Aimè Giral, “tempio” dell’Usap, la squadra orgoglio della città, sette volte campione di Francia in uno sport che per i transalpini vale quanto il calcio da noi. Siamo arrivati con l’autobus 2 (gratuito per chi ha il biglietto della gara) e siamo rientrati in taxi (con qualche vicissitudine per riuscire a chiamarlo) perché a Perpignan dalle 20 in poi gli autobus non passano. La partita non ha avuto molta storia (però più di quanto ci si potesse aspettare) ma l’accoglienza è stata ottima, da quando siamo arrivati (biglietti omaggio in tribuna centrale) fino alla cena di gala, che ci ha visto ospiti al tavolo d’onore in una sala che dimostra tutta la differenza tra lo stato del rugby in Francia e quello in Italia.

Sara si è divertita, attratta dalla musica dell’orchestrina dei tifosi, dai colori e dai balletti delle majorettes, noi abbiamo visto uno stadio moderno e funzionale e un’organizzazione dalla quale prendere spunto.

I segnaposto stampati con il simbolo dell’Usap e il nostro cognome sono diventati un souvenir, così come il menù stampato ad hoc con il simbolo de I Cavalieri e il portachiavi regalato da un tifoso francese a Sara.

Nel complesso quindi due splendidi giorni che ci hanno “lanciato” verso Barcellona, della quale racconto solo le cose extra-turistiche non presenti nel racconto di viaggio già presente sul sito.

Barcellona

A Girona abbiamo riconsegnato l’auto (inutile e difficile da parcheggiare a Barcellona) e abbiamo preso l’autobus che fa la spola tra l’aeroporto e la città (attenzione agli orari, che cambiano spesso. Barcellona Bus http://www.sagales.com/pubdocs/2572_aeroport-girona-costa-brava---barcelona-(estacio-nord)-2011-12-20.pdf). I 21 euro a testa (bambina gratis) per l’andata e il ritorno diventeranno 23 a partire dal 2012.

Per spostarci dalla stazione dei bus alle ramblas, dove avevamo l’albergo, ci siamo goduti i 18 gradi che ci hanno accolto all’arrivo verso le 13 passeggiando nei giardini della Ciutadela prima e sul lungomare poi. Una discreta sfacchinata (con trolley e passeggino) ripagata dal bel tempo, da tante foto e dalle risate della Sara alla vista degli artisti di strada.

Per l’unica notte barcellonese siamo stati all’Hostal Benidorm (http://www.hostalbenidorm.com/), sulla rambla dels Caputxins: stanza 313, giudizio ottimo. L’albergo è migliore di quanto si veda su booking: arredamento nuovo, bagno appena ristrutturato, ben insonorizzata, tv con molti canali satellitari (Real Madrid-Barcellona 1-3 vista senza volume per non far svegliare Sara ma con in sottofondo le urla dei barcellonesi nei palazzi vicini e nei pub è stata divertentissima) e con uno staff molto gentile. Voto 8+.

Visto il poco tempo a disposizione per il primo ci siamo limitati alle ramblas e alla città vecchia, con visita della Cattedrale: nella piazza di fronte il grande mercatino natalizio dedicato solo agli addobbi per l’albero e per il presepe, affollatissimo e difficile da percorrere tutto con il passeggino. Così abbiamo ripiegato per  le vie limitrofe, lasciandoci perdere nel labirinto delle viuzze ritornando sulle ramblas attraverso il Barrio Gotic.

Il giorno dopo tappe obbligate (senza visite) per Casa Battlò, Casa Milà e Sagrada Familia, con altro mercatino natalizio, questo dedicato tutto al presepe. Per vedere il più possibile della parte nord abbiamo fatto un giro di un’oretta sul bus turistico scoperto (grazie alla ottima temperatura): costa tanto (una ventina di euro a testa, mi sembra 23…) e per così poco tempo non ne vale la pena, ma per i due percorsi completi a disposizione rimane un’ottima soluzione per visitare la città.

Poi il nostro tempo è finito, Girona ci stava aspettando. Abbiamo lasciato Barcellona con un arrivederci, presto e con più calma.

La trasferta francese de I Cavalieri Prato a Perpignan, per la Amlin Challenge Cup di rugby, è stata lo stimolo/pretesto per un mini vacanza della famiglia Grazzini. La concomitanza della partita con il ponte dell’8 dicembre ci ha permesso di stare quattro giorni a cavallo dei Pirenei, prima nella Catalogna francese e poi a Barcellona.

Aiutati dal tempo, quasi primaverile, ci siamo goduti il viaggio e abbiamo scoperto una parte di Francia che non avevamo mai visto.

Il “tour” è iniziato da Pisa, con volo Ryanair su Girona (250 euro, andata e ritorno, due adulti e la bambina, solo bagaglio a mano). Ad attenderci una Ford Fiesta prenotata via Internet con globel-cars.com, un broker che ci ha fatto trovare il prezzo migliore affidandoci a Goldcar, compagnia con sportello a Girona: due giorni pieni di noleggio a 18 euro, diventati però 110 aggiungendo il pieno di benzina, il guidatore supplementare, il sedile per la bambina e l’assicurazione per l’attraversamento della frontiera. Alla fine la cifra si è ridimensionata perché abbiamo restituito l’auto con ¾ di benzina, che ci hanno rimborsato dopo 24 ore: la spesa finale è stata di circa 65 euro, più che accettabile considerati tutti gli “optional”. Ed anche il graffio che abbiamo trovato su una fiancata al parcheggio è rientrato nell’assicurazione base…

Da Girona a Perpignan ci sono solo 75 chilometri, durante i quali abbiamo pranzato ad uno dei tre autogrill che si incontrano e che hanno prezzi simili a quelli italiani.

Siamo arrivati a Perpignan verso le 15 e abbiamo trovato una città in piena attività pre-natalizia: parcheggi a pagamento pieni, compreso il Wilson, che avevamo scelto per la vicinanza all’albergo e per le dimensioni. Dopo un paio di giri nei viali che lambiscono il centro abbiamo deciso comunque di entrare al Wilson nonostante il semaforo rosso e abbiamo avuto fortuna, trovando un posto appena lasciato libero. Abbiamo parcheggiato lasciando l’auto lì per le 40 ore seguenti (34 euro), perché Perpignan si gira tranquillamente a piedi.

Abbiamo alloggiato all’Hotel de France (http://www.hoteldefrance-perpignan.fr/), trovato su Booking a 52 euro a notte e con qualche parere discordante degli utenti (voto 7,2 di media). Noi possiamo dire di essere stati fortunati. Abbiamo avuto la camera 107, grande, al primo piano, con vista sia sul canale che circonda una parte della città che sul Castillet, uno dei monumenti di Perpignan. Schermo lcd 40 pollici, bagno con vasca, lettino per la bambina nuovo di zecca e buona insonorizzazione per l’esterno (meno buona quella interna, che ha fatto i conti la prima notte col vicino di stanza che ha spento la tv alle 4 del mattino…).

Molto male il letto matrimoniale a causa del materasso a molle, probabilmente lo stesso usato da Edith Piaf quando ha soggiornato in questo albergo: molliccio e con fitte alle costole e alla schiena se non si trovava la posizione giusta tra molla e molla. Nel complesso però il voto è 7.

La città, visitata per tutto il giovedì e il venerdì fino alle 17, ci è piaciuta, grazie anche al clima natalizio, con i mercatini lungo il canale, le vetrine addobbate, le luci nelle strade e la pista di pattinaggio sul ghiaccio. Tra chiese, piazze e monumenti due giorni bastano: abbiamo visto (ma senza entrare nelle stanze a causa delle scale inadatte al passeggino) il Palazzo dei Re di Maiorca, che si trova su una collina dalla quale si gode una bella vista della città e dei Pirenei, la Cattedrale con il vicino cimitero, il Castillet e varie chiese, tutte ben segnalate nella guida in distribuzione nei due uffici dell’azienda per il turismo.

Una città con tanta storia, con un quartiere a ridosso del centro dove l’immigrazione dal nord Africa ha portato un effetto “banlieu” parigina (peccato…), con qualche problema di pulizia nelle strade che fanno da perimetro alle mura del Palazzo dei Re (abbiamo visto almeno dodici auto abbandonate a bordo della strada e in parte depredate dei pezzi di ricambio e abbiamo fatto un continuo slalom tra le cacche di cane, presenti in numero incredibile per centinaia e centinaia di metri e solo in quelle strade lì!) e con tanti negozi, alcuni dei quali davvero carini.

E poi c’è ovunque l’orgoglio catalano, con bandiere e stemmi giallorossi mostrati in ogni modo possibile. Non bassi i costi per mangiare, almeno nei locali che abbiamo visto noi e che non erano certo bettole. La prima sera abbiamo cenato al Cafè de la Paix (http://www.cityvox.fr/restaurants_perpignan/grand-cafe-de-la-paix_75677/Profil-Lieu) in Place Aragò: bel posto con veranda sulla piazza e buona cucina, sia a menù fisso che alla carta. Spesa intorno ai 25 a testa (in due) per un piatto di pasta, carne, un menù da bambini con cotoletta e patatine (e regalino) e acqua. Consigliato.

Colazione del giorno dopo al bar del Castillet (Le grand cafè de la Poste http://www.cityvox.fr/bars-et-boites_perpignan/le-grand-cafe-de-la-poste_82923/Profil-Lieu), dove abbiamo trovato un cameriere di origine veneziana che ci ha consigliato di non prendere l’intero menù della colazione ma “solo” un ottimo cappuccino francese con baguette imburrata e con marmellata, una brioche e un spremuta d’arancia, il tutto in un’atmosfera un po’ da Amelie e un po’ da fil noir francese degli anni ’70.

Il pranzo del venerdì invece l’abbiamo gustato (nel vero senso della parola) al Per’ Pinya (http://www.alperpinya-restaurant.fr/), cucina tipica presentata con ricercatezza anche di giorno: menù di carne e di pesce con tanti contorni. Ci è costato una trentina di euro a testa ma ne è valsa la pena ed anche in questo caso era presente un menù per bambini.

Rugby

Conclusione per il rugby. Abbiamo trascorso tutta la sera allo stadio Aimè Giral, “tempio” dell’Usap, la squadra orgoglio della città, sette volte campione di Francia in uno sport che per i transalpini vale quanto il calcio da noi. Siamo arrivati con l’autobus 2 (gratuito per chi ha il biglietto della gara) e siamo rientrati in taxi (con qualche vicissitudine per riuscire a chiamarlo) perché a Perpignan dalle 20 in poi gli autobus non passano. La partita non ha avuto molta storia (però più di quanto ci si potesse aspettare) ma l’accoglienza è stata ottima, da quando siamo arrivati (biglietti omaggio in tribuna centrale) fino alla cena di gala, che ci ha visto ospiti al tavolo d’onore in una sala che dimostra tutta la differenza tra lo stato del rugby in Francia e quello in Italia.

Sara si è divertita, attratta dalla musica dell’orchestrina dei tifosi, dai colori e dai balletti delle majorettes, noi abbiamo visto uno stadio moderno e funzionale e un’organizzazione dalla quale prendere spunto.

I segnaposto stampati con il simbolo dell’Usap e il nostro cognome sono diventati un souvenir, così come il menù stampato ad hoc con il simbolo de I Cavalieri e il portachiavi regalato da un tifoso francese a Sara.

Nel complesso quindi due splendidi giorni che ci hanno “lanciato” verso Barcellona, della quale racconto solo le cose extra-turistiche non presenti nel racconto di viaggio già presente sul sito.

Barcellona

A Girona abbiamo riconsegnato l’auto (inutile e difficile da parcheggiare a Barcellona) e abbiamo preso l’autobus che fa la spola tra l’aeroporto e la città (attenzione agli orari, che cambiano spesso. Barcellona Bus http://www.sagales.com/pubdocs/2572_aeroport-girona-costa-brava---barcelona-(estacio-nord)-2011-12-20.pdf). I 21 euro a testa (bambina gratis) per l’andata e il ritorno diventeranno 23 a partire dal 2012.

Per spostarci dalla stazione dei bus alle ramblas, dove avevamo l’albergo, ci siamo goduti i 18 gradi che ci hanno accolto all’arrivo verso le 13 passeggiando nei giardini della Ciutadela prima e sul lungomare poi. Una discreta sfacchinata (con trolley e passeggino) ripagata dal bel tempo, da tante foto e dalle risate della Sara alla vista degli artisti di strada.

Per l’unica notte barcellonese siamo stati all’Hostal Benidorm (http://www.hostalbenidorm.com/), sulla rambla dels Caputxins: stanza 313, giudizio ottimo. L’albergo è migliore di quanto si veda su booking: arredamento nuovo, bagno appena ristrutturato, ben insonorizzata, tv con molti canali satellitari (Real Madrid-Barcellona 1-3 vista senza volume per non far svegliare Sara ma con in sottofondo le urla dei barcellonesi nei palazzi vicini e nei pub è stata divertentissima) e con uno staff molto gentile. Voto 8+.

Visto il poco tempo a disposizione per il primo ci siamo limitati alle ramblas e alla città vecchia, con visita della Cattedrale: nella piazza di fronte il grande mercatino natalizio dedicato solo agli addobbi per l’albero e per il presepe, affollatissimo e difficile da percorrere tutto con il passeggino. Così abbiamo ripiegato per  le vie limitrofe, lasciandoci perdere nel labirinto delle viuzze ritornando sulle ramblas attraverso il Barrio Gotic.

Il giorno dopo tappe obbligate (senza visite) per Casa Battlò, Casa Milà e Sagrada Familia, con altro mercatino natalizio, questo dedicato tutto al presepe. Per vedere il più possibile della parte nord abbiamo fatto un giro di un’oretta sul bus turistico scoperto (grazie alla ottima temperatura): costa tanto (una ventina di euro a testa, mi sembra 23…) e per così poco tempo non ne vale la pena, ma per i due percorsi completi a disposizione rimane un’ottima soluzione per visitare la città.

Poi il nostro tempo è finito, Girona ci stava aspettando. Abbiamo lasciato Barcellona con un arrivederci, presto e con più calma.