Chi sono › Vaiano

Vaiano è un paese di quasi diecimila anime nel mezzo della “valle onde Bisenzio si dichina” (Dante, Divina Commedia). 
Non ci sono nato, perché l’ospedale non c’è e a partorire si va a Prato, ma a parte i primi tre giorni di vita, ho sempre abitato qui. 
Una volta, nei vecchi atlanti, si leggeva: “Vaiano (FI), 6000 abitanti circa, tessile, olive…”. 
Per fortuna nel frattempo (dal 1992) siamo diventati provincia di Prato (PO), mentre gli abitanti sono aumentati molto, anche perché avere una casa in collina è sempre più di moda tra pratesi, fiorentini (pochi) e pistoiesi (pochi). Poi sono arrivati, come ovunque, gli immigrati italiani e anche gli stranieri, ma non moltissimi.
Le informazioni storiche e turistiche le trovate ovunque in Internet ma è giusto dirvi che nel turismo sono riposte molte delle speranze e dei progetti di riconversione economica dopo che il tessile ha iniziato a scricchiolare e le olive a essere un lusso o un hobby per pochi. Così sono arrivati i primi agriturismo, sono spuntati ristoranti e trattorie e nei negozi di alimentari si vendono i prodotti tipici (olio d’oliva, biscotti, farina di castagne, miele e marmellate). I prodotti forse più tipici, perché fatti solo a Vaiano, sono i “Sassi di Calvana”, i biscotti preparati in quattro tipi diversi che prendono forma e nome dalle pietre dei monti che stringono a est la Valle del Bisenzio (a ovest ci sono i Faggi).

Io abito a… 

Ora si dice Borgonuovo, prima Las Vegas, prima ancora Annibale. Borgonuovo dal nome della via, una delle più lunghe del paese: inizia dall’incrocio con viale Rosselli e via Mazzini e finisce a quello con via di Sofignano. Lungo la via, oltre a casa mia, ci sono anche il cimitero (200 metri più a sud), l’Isola Ecologica (di fronte al cimitero) e l’inizio di via Di Vittorio, ovvero della zona industriale di Gabolana. Vista così sembra una zona schifosa invece è proprio bellina: c’è il torrente Bronia, il parco di Cangione (ora “Carlo Ferri”, in onore al primo sindaco), il circolo tennis, il palazzetto dello sport e la stazione ferroviaria è a due passi. 
Las Vegas è stato il nome del “quartiere” negli anni ’60 e ’70, ed il riferimento è ovviamente al circolo-bar che tuttora dà il nome alla mia squadra di calcio e che, fino al 1970, è stato gestito da più persone, con mia mamma barista… 
Annibale perché si narra che il primo a mettere casa da queste parti sia stato un tale Annibale: le strade erano sterrate, la zona industriale non c’era ancora e il centro del paese sembrava lontano chilometri e chilometri. Nacque così il modo di dire, tuttora usato anche dai giovani, “Vado a Vaiano” o “arrivo in Vaiano” per dire che andiamo in centro, ovvero a meno di un chilometro di distanza :-)

Curiosità

Oltre a Las Vegas abbiamo anche altri modi strani per definire i nostri “quartieri”. 
Chi abita nella parte che va verso Cantagallo abita in “vetta Vaiano”, chi sta nella parte iniziale di via Braga invece è di “fondo Vaiano”. In centro ci sono le “Viottoline” (una serie di strade strette e in discesa da via Braga verso viale Rosselli). 
Poi ci sono anche la Corea e la Cina: la prima è la parte alta di via Bronia, a monte della Ferrovia, ma non so perché si chiama così, la seconda invece è la vecchissima zona industriale ai margini del Bisenzio e si chiama così perché, come in Cina, ci sono (o meglio, c’erano) tanti stanzoni l’uno accanto all’altro, fitti fitti. Ora della Cina sono rimasti cinque-sei stanzoni (compresi quelli del Cecco) mentre tutto intorno è in atto un piano riqualificazione edilizia e urbanistica. 
C’è il Mulino (vicino al quale abitano la Barbara e il Daino), ci sono l’Apparita, Rilaio, Castagneta e Casa del bosco.

Frazioni

La Briglia, ex paese-fabbrica nell’800, è la più grande. Poi ci sono La Tignamica, La Foresta, La Cartaia (con la fabbrica dello Sbraci con le volte realizzate dall’architetto Nervi), Gamberame, Fabio, Faltugnano, Sofignano, Savignano, Schignano, Popigliano, Serilli, l’Isola, Grisciavola e Le Fornaci.

Confinanti

A nord c’è il Comune di Cantagallo, anche se i nostri “cugni” storici (e avversari nel campanile e nello sport) sono quelli di Vernio. A sud c’è Prato, alla quale siamo collegati con la ex statale 325, proprio in questi anni oggetto di lavori di sistemazione, messa in sicurezza e rinnovamento. A est c’è Barberino del Mugello, che divide con noi la Calvana (si chiama così perché è una delle più antiche catene dell’Appennino tosco-emiliano, è priva di vegetazione nella parte alta e quindi è calva). A ovest c’è Montemurlo: se ci fosse una galleria sotto i Faggi ci arriveremmo in tre minuti, invece per andarci ce ne vogliono almeno venti.

Siamo famosi per…
Boh. Poca roba. 
Nella Badia, ex monastero vallombrosano, ha vissuto Agnolo Firenzuola, scrittore di novelle e trattati nel XV secolo. 
A Savignano nel 1777 è nato lo scultore Lorenzo Bartolini (http://www.scultura-italiana.com/Biografie/Bartolini.htm), morto nel 1850. 
Nel 1920 è invece nato a Vaiano il grandissimo ciclista Fiorenzo Magni, anche se nella realtà era del Fabbro, il primo paesino al di là del confine con Cantagallo (che però a quei tempi era sotto Vaiano). 
A fine anni ’90 siamo diventati tristemente noti in Italia perché sulle colline di Faltugnano fu trovata la prigione di Giuseppe Soffiantini, uno dei tanti industriali del nord rapiti…


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Vaiano è un paese di quasi diecimila anime nel mezzo della “valle onde Bisenzio si dichina” (Dante, Divina Commedia). 
Non ci sono nato, perché l’ospedale non c’è e a partorire si va a Prato, ma a parte i primi tre giorni di vita, ho sempre abitato qui. 
Una volta, nei vecchi atlanti, si leggeva: “Vaiano (FI), 6000 abitanti circa, tessile, olive…”. 
Per fortuna nel frattempo (dal 1992) siamo diventati provincia di Prato (PO), mentre gli abitanti sono aumentati molto, anche perché avere una casa in collina è sempre più di moda tra pratesi, fiorentini (pochi) e pistoiesi (pochi). Poi sono arrivati, come ovunque, gli immigrati italiani e anche gli stranieri, ma non moltissimi.

Le informazioni storiche e turistiche le trovate ovunque in Internet ma è giusto dirvi che nel turismo sono riposte molte delle speranze e dei progetti di riconversione economica dopo che il tessile ha iniziato a scricchiolare e le olive a essere un lusso o un hobby per pochi. Così sono arrivati i primi agriturismo, sono spuntati ristoranti e trattorie e nei negozi di alimentari si vendono i prodotti tipici (olio d’oliva, biscotti, farina di castagne, miele e marmellate). I prodotti forse più tipici, perché fatti solo a Vaiano, sono i “Sassi di Calvana”, i biscotti preparati in quattro tipi diversi che prendono forma e nome dalle pietre dei monti che stringono a est la Valle del Bisenzio (a ovest ci sono i Faggi).

 

Io abito a… 

Ora si dice Borgonuovo, prima Las Vegas, prima ancora Annibale. Borgonuovo dal nome della via, una delle più lunghe del paese: inizia dall’incrocio con viale Rosselli e via Mazzini e finisce a quello con via di Sofignano. Lungo la via, oltre a casa mia, ci sono anche il cimitero (200 metri più a sud), l’Isola Ecologica (di fronte al cimitero) e l’inizio di via Di Vittorio, ovvero della zona industriale di Gabolana. Vista così sembra una zona schifosa invece è proprio bellina: c’è il torrente Bronia, il parco di Cangione (ora “Carlo Ferri”, in onore al primo sindaco), il circolo tennis, il palazzetto dello sport e la stazione ferroviaria è a due passi. 
Las Vegas è stato il nome del “quartiere” negli anni ’60 e ’70, ed il riferimento è ovviamente al circolo-bar che tuttora dà il nome alla mia squadra di calcio e che, fino al 1970, è stato gestito da più persone, con mia mamma barista… 
Annibale perché si narra che il primo a mettere casa da queste parti sia stato un tale Annibale: le strade erano sterrate, la zona industriale non c’era ancora e il centro del paese sembrava lontano chilometri e chilometri. Nacque così il modo di dire, tuttora usato anche dai giovani, “Vado a Vaiano” o “arrivo in Vaiano” per dire che andiamo in centro, ovvero a meno di un chilometro di distanza :-)

 

Curiosità

Oltre a Las Vegas abbiamo anche altri modi strani per definire i nostri “quartieri”. 
Chi abita nella parte che va verso Cantagallo abita in “vetta Vaiano”, chi sta nella parte iniziale di via Braga invece è di “fondo Vaiano”. In centro ci sono le “Viottoline” (una serie di strade strette e in discesa da via Braga verso viale Rosselli). 
Poi ci sono anche la Corea e la Cina: la prima è la parte alta di via Bronia, a monte della Ferrovia, ma non so perché si chiama così, la seconda invece è la vecchissima zona industriale ai margini del Bisenzio e si chiama così perché, come in Cina, ci sono (o meglio, c’erano) tanti stanzoni l’uno accanto all’altro, fitti fitti. Ora della Cina sono rimasti cinque-sei stanzoni (compresi quelli del Cecco) mentre tutto intorno è in atto un piano riqualificazione edilizia e urbanistica. 
C’è il Mulino (vicino al quale abitano la Barbara e il Daino), ci sono l’Apparita, Rilaio, Castagneta e Casa del bosco.

 

Frazioni

La Briglia, ex paese-fabbrica nell’800, è la più grande. Poi ci sono La Tignamica, La Foresta, La Cartaia (con la fabbrica dello Sbraci con le volte realizzate dall’architetto Nervi), Gamberame, Fabio, Faltugnano, Sofignano, Savignano, Schignano, Popigliano, Serilli, l’Isola, Grisciavola e Le Fornaci.

 

Confinanti

A nord c’è il Comune di Cantagallo, anche se i nostri “cugni” storici (e avversari nel campanile e nello sport) sono quelli di Vernio. A sud c’è Prato, alla quale siamo collegati con la ex statale 325, proprio in questi anni oggetto di lavori di sistemazione, messa in sicurezza e rinnovamento. A est c’è Barberino del Mugello, che divide con noi la Calvana (si chiama così perché è una delle più antiche catene dell’Appennino tosco-emiliano, è priva di vegetazione nella parte alta e quindi è calva). A ovest c’è Montemurlo: se ci fosse una galleria sotto i Faggi ci arriveremmo in tre minuti, invece per andarci ce ne vogliono almeno venti.

 

Siamo famosi per…

Boh. Poca roba. 
Nella Badia, ex monastero vallombrosano, ha vissuto Agnolo Firenzuola, scrittore di novelle e trattati nel XV secolo. 
A Savignano nel 1777 è nato lo scultore Lorenzo Bartolini (http://www.scultura-italiana.com/Biografie/Bartolini.htm), morto nel 1850. 
Nel 1920 è invece nato a Vaiano il grandissimo ciclista Fiorenzo Magni, anche se nella realtà era del Fabbro, il primo paesino al di là del confine con Cantagallo (che però a quei tempi era sotto Vaiano). 
A fine anni ’90 siamo diventati tristemente noti in Italia perché sulle colline di Faltugnano fu trovata la prigione di Giuseppe Soffiantini, uno dei tanti industriali del nord rapiti…


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Vaiano è un paese di quasi diecimila anime nel mezzo della “valle onde Bisenzio si dichina” (Dante, Divina Commedia). 
Non ci sono nato, perché l’ospedale non c’è e a partorire si va a Prato, ma a parte i primi tre giorni di vita, ho sempre abitato qui. 
Una volta, nei vecchi atlanti, si leggeva: “Vaiano (FI), 6000 abitanti circa, tessile, olive…”. 
Per fortuna nel frattempo (dal 1992) siamo diventati provincia di Prato (PO), mentre gli abitanti sono aumentati molto, anche perché avere una casa in collina è sempre più di moda tra pratesi, fiorentini (pochi) e pistoiesi (pochi). Poi sono arrivati, come ovunque, gli immigrati italiani e anche gli stranieri, ma non moltissimi.

Le informazioni storiche e turistiche le trovate ovunque in Internet ma è giusto dirvi che nel turismo sono riposte molte delle speranze e dei progetti di riconversione economica dopo che il tessile ha iniziato a scricchiolare e le olive a essere un lusso o un hobby per pochi. Così sono arrivati i primi agriturismo, sono spuntati ristoranti e trattorie e nei negozi di alimentari si vendono i prodotti tipici (olio d’oliva, biscotti, farina di castagne, miele e marmellate). I prodotti forse più tipici, perché fatti solo a Vaiano, sono i “Sassi di Calvana”, i biscotti preparati in quattro tipi diversi che prendono forma e nome dalle pietre dei monti che stringono a est la Valle del Bisenzio (a ovest ci sono i Faggi).

Io abito a…
Ora si dice Borgonuovo, prima Las Vegas, prima ancora Annibale. Borgonuovo dal nome della via, una delle più lunghe del paese: inizia dall’incrocio con viale Rosselli e via Mazzini e finisce a quello con via di Sofignano. Lungo la via, oltre a casa mia, ci sono anche il cimitero (200 metri più a sud), l’Isola Ecologica (di fronte al cimitero) e l’inizio di via Di Vittorio, ovvero della zona industriale di Gabolana. Vista così sembra una zona schifosa invece è proprio bellina: c’è il torrente Bronia, il parco di Cangione (ora “Carlo Ferri”, in onore al primo sindaco), il circolo tennis, il palazzetto dello sport e la stazione ferroviaria è a due passi. 
Las Vegas è stato il nome del “quartiere” negli anni ’60 e ’70, ed il riferimento è ovviamente al circolo-bar che tuttora dà il nome alla mia squadra di calcio e che, fino al 1970, è stato gestito da più persone, con mia mamma barista… 
Annibale perché si narra che il primo a mettere casa da queste parti sia stato un tale Annibale: le strade erano sterrate, la zona industriale non c’era ancora e il centro del paese sembrava lontano chilometri e chilometri. Nacque così il modo di dire, tuttora usato anche dai giovani, “Vado a Vaiano” o “arrivo in Vaiano” per dire che andiamo in centro, ovvero a meno di un chilometro di distanza :-)

Curiosità
Oltre a Las Vegas abbiamo anche altri modi strani per definire i nostri “quartieri”. 
Chi abita nella parte che va verso Cantagallo abita in “vetta Vaiano”, chi sta nella parte iniziale di via Braga invece è di “fondo Vaiano”. In centro ci sono le “Viottoline” (una serie di strade strette e in discesa da via Braga verso viale Rosselli). 
Poi ci sono anche la Corea e la Cina: la prima è la parte alta di via Bronia, a monte della Ferrovia, ma non so perché si chiama così, la seconda invece è la vecchissima zona industriale ai margini del Bisenzio e si chiama così perché, come in Cina, ci sono (o meglio, c’erano) tanti stanzoni l’uno accanto all’altro, fitti fitti. Ora della Cina sono rimasti cinque-sei stanzoni (compresi quelli del Cecco) mentre tutto intorno è in atto un piano riqualificazione edilizia e urbanistica. 
C’è il Mulino (vicino al quale abitano la Barbara e il Daino), ci sono l’Apparita, Rilaio, Castagneta e Casa del bosco.

Frazioni
La Briglia, ex paese-fabbrica nell’800, è la più grande. Poi ci sono La Tignamica, La Foresta, La Cartaia (con la fabbrica dello Sbraci con le volte realizzate dall’architetto Nervi), Gamberame, Fabio, Faltugnano, Sofignano, Savignano, Schignano, Popigliano, Serilli, l’Isola, Grisciavola e Le Fornaci.

Confinanti
A nord c’è il Comune di Cantagallo, anche se i nostri “cugni” storici (e avversari nel campanile e nello sport) sono quelli di Vernio. A sud c’è Prato, alla quale siamo collegati con la ex statale 325, proprio in questi anni oggetto di lavori di sistemazione, messa in sicurezza e rinnovamento. A est c’è Barberino del Mugello, che divide con noi la Calvana (si chiama così perché è una delle più antiche catene dell’Appennino tosco-emiliano, è priva di vegetazione nella parte alta e quindi è calva). A ovest c’è Montemurlo: se ci fosse una galleria sotto i Faggi ci arriveremmo in tre minuti, invece per andarci ce ne vogliono almeno venti.

Siamo famosi per…
Boh. Poca roba. 
Nella Badia, ex monastero vallombrosano, ha vissuto Agnolo Firenzuola, scrittore di novelle e trattati nel XV secolo. 
A Savignano nel 1777 è nato lo scultore Lorenzo Bartolini (http://www.scultura-italiana.com/Biografie/Bartolini.htm), morto nel 1850. 
Nel 1920 è invece nato a Vaiano il grandissimo ciclista Fiorenzo Magni, anche se nella realtà era del Fabbro, il primo paesino al di là del confine con Cantagallo (che però a quei tempi era sotto Vaiano). 
A fine anni ’90 siamo diventati tristemente noti in Italia perché sulle colline di Faltugnano fu trovata la prigione di Giuseppe Soffiantini, uno dei tanti industriali del nord rapiti…


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