Racconti di viaggio › Varsavia

2006

Più che di viaggio, per Varsavia si può parlare di tappa di passaggio.
Mi sono fermato in questa città per una quindicina di ore complessive andando e tornando dalla Bielorussia.
Grazie alla compagnia low cost Centralwings ho volato A/R da Malpensa con poco più di 100 euro e l’orario di arrivo a Varsavia, dieci ora prima della partenza del treno per Minsk, mi ha permesso di visitare il centro della città, gli stadi di Legia e Polonia ed anche il grande parco pubblico di Lazienki.
L’impressione che ho avuto è stata ottima, forse perché mi attendevo una città grigia e brutta (come qualcuno l’ha definita nei racconti di viaggio su Internet…) ed invece ho trovato un ambiente solare, con un evidente slancio verso il futuro in contrapposizione all’immobilismo dell’epoca comunista che si nota ancora in alcuni palazzi.
Il primo impatto è con l’aeroporto Chopin: piccolo rispetto a quello di altre capitali ma in ampliamento. Il cantiere si estende anche alle vie limitrofe e uscire con il bus per dirigersi verso la stazione Centralna è stato difficile: nonostante la lingua trovare il bus 175 che porta in centro non è stato invece un problema, visto che la fermata è proprio di fronte all’uscita dell’aeroporto.
Dopo l’aeroporto… la stazione Centralna, crocevia di migliaia di esseri umani in movimento. Il piano superiore, con le biglietterie internazionali, l’ufficio informazioni e i pannelli con gli orari, è ampio e ordinato. I binari sono al secondo piano interrato e nel mezzo c’è il primo piano interrato, un dedalo di corridoi che si estende in ogni direzione per centinaia di metri.
C’è di tutto: il deposito bagagli automatico (con gli spiccioli, molto comodo e economico), i bar, gli internet point, negozi di ogni tipo, persone di ogni età e nazionalità in frenetico movimento e tante guardie private a controllare tutto e tutti, quasi a voler smentire la brutta fama della stazione di essere una delle più pericolose dell’est Europa.
Una volta fatto il biglietto per Minsk e aver messo le valigie al deposito mi sono incamminato verso l’uscita.
Due le direzioni possibili: o in viale Jana Pavla II (Giovanni Paolo II) e quindi verso la zona nuova con gli alberghi moderni, i grattacieli dei centri direzionali e, alla fine, l’Arkadia, il più grande centro commerciale d’Europa, oppure in viale Jerozolimskie che porta verso il centro e la città vecchia.
Con questa seconda opzione si attraversano i giardini del museo di scienze, un palazzone di chiaro stampo sovietico che troneggia un po’ lugubre e si prosegue tra negozi e centri commerciali fino all’incrocio con Nowy Swiat (svoltare a sinistra), la via che porta poi alla strada reale, la Krakowskie Przedmiescie, che unisce il Palazzo Reale con il Palazzo di Lazienki e Wilanów. In questo tratto ci sono i palazzi più belli dei secolio scorsi, i monumenti, le chiese (di San Anna, San Giuseppe e Santa Croce), il Palazzo Presidenziale ed anche tanti negozi, boutique, caffetterie e ristoranti.
Con questa via si arriva alla Città Vecchia, distrutta dai bombardamenti della II guerra mondiale e ricostruita fedelmente, al punto da essere diventata patrimonio dell’Unesco.
E il riconoscimento è meritato: una piccola Stare Mesto praghese (con le dovute proporzioni) nella quale è piacevole perdersi per i vicoli o fermarsi a riposare sulle vecchie mura cittadine. La Piazza del Mercato frequentata dagli artisti, il Castello Reale, la Cattedrale gotica di S. Giovanni; la Chiesa di Santa Croce che custodisce l'urna con il cuore di Fryderyk Chopin; il Palazzo della Cultura e della Scienza; il monumento al Milite Ignoto e quello dedicato a Copernico meritano visita e foto.
Seguendo la Vistola (ma la camminata è luuuuuuunga!!) si arriva al Castello Ujazdowski, al palazzo e al parco Lazienki: qua ho trovato tanto verde e la compagnia degli animali, evidentemente abituati a convivere con la persone. Un pavone mi ha camminato a fianco senza quasi che me ne accorgessi mentre uno scoiattolo è venuto ben due volte davanti a me implorando un po’ di cibo con una gestualità quasi umana.
Il lato di viale Jana Pavla II l’ho fatto una settimana dopo, al ritorno da Minsk e di mattina presto (dalle 8 in poi) quindi con molti negozi ancora chiusi.
E’ un viale lunghissimo con tante foto del Papa agli angoli. Tra un mercatino di fiori, grandi hotel e uffici c’è anche lo spazio (300 metri circa) per una serie lunghissima di sexy shop e bar con la lap dance in un tratto di strada piuttosto squallido.
Ma c’è anche il monumento alla vittime della persecuzione nazista nel luogo dove si trovava il carcere, del quale sono state lasciate solo le mura esterne appena sopra le fondamenta per delimitare il luogo in cui sono state uccise centinaia di persone, i cui nomi sono scritti su lapidi e fogli attaccati ad un albero.
Alla fine della strada c’è l’Arkadia, enorme e moderno centro commerciale a due piani in cui si trova di tutto e di più. Io ovviamente ci ho comprato la sciarpa della nazionale polacca (tra l’altro pagandola di più di altre più belle che ho visto dopo all’aeroporto…).
Stadi – Vicino al parco c’è quello del Legia. Non ho potuto visitarlo perché era chiuso ma mi sono fermato al negozio ufficiale per il rito dell’acquisto della sciarpa. Piccolo, in un prefabbricato, ma ben fornito, anche di materiale ultras.
Dalla parte opposta della città, molto vicino alla Città Vecchia, c’è lo stadio del KS Polonia, seconda squadra cittadina e, quando sono andato a Varsavia, anche ultima in classifica. Sono stato accolto come un re dal segretario del club, tutto inorgoglito per il fatto che uno straniero fosse andato “volontariamente” a visitare la sede del club.
Hanno aperto solo per me il minuscolo negozio per farmi comprare la sciarpa e mi hanno portato in tribuna d’onore per farmi vedere lo stadio, scusandosi con imbarazzo sia per non avere a disposizione cartoline con le foto dell’impianto che per le condizioni delle tribune, per le quali sono previsti lavori di rifacimento.
Prezzi – Tutto costa meno che in Italia e il cambio è molto conveniente. Il menù Mc Donald che da noi costa 5,50 euro lì non arriva a 3 e il paragone vale per tutte le cose, dai trasporti pubblici alle sciarpe (al cambio 7 euro contro i minimo 15 che ci vogliono in Italia).
Ragazze/i – Non so cosa mangiano in Polonia ma qualunque cosa sia ha effetti molto positivi su occhi e seni. Chiari e splendenti i primi, al di sopra della grandezza media i secondi. Tanti giovani in giro, abbigliamento tipico di realtà ancora a cavallo tra il passato comunista e il futuro capitalista e consumista ma nel complesso senza eccessi o stravaganze. Molto belle le ragazze, dinamici e attivi i ragazzi. Ho visto all’opera anche i temuti ultras del Legia, che stavano preparando una coreografia all’esterno dello stadio. Anchge se siamo gemellati (come juventini) ho evitato di parlarci considerati i problemi legati alla lingua.
Cibo – Non ho avuto modo di provare la cucina tipica, dovendomi arrangiare con panini al volo… Molti consigliano i ristoranti/locanda tipici, quei posti nella Città Vecchia e Nuova con l'insegna a forma di raviolo (pierogi).Un piatto di pierogi, 6 pezzi, costa 4 zotli (più o meno un euro).
Conclusioni – Varsavia è una città da vedere, magari proprio a primavera o in estate e magari per non più di un paio di giorni. Ma è da vedere!!