Calcio e sport › A Pinzolo

2007

“Juve alè Juve alè Juve alè…
Canteremo sempre forza Juve alè.
Non importa dove giochi
Serie A e o serie B
Se c’è la Juve noi saremo sempre qui”

E’ questo il ritornello della “due giorni” a Pinzolo: quasi 48 ore in Trentino per seguire i primi giorni di allenamento della Juve edizione 2007/2008. Un fine settimana molto divertente e coinvolgente in un luogo sorprendentemente bello e accogliente.

Partenza – Ore 8. In auto la bandiera “Vaiano presente” e lo striscione “Prato”.
Vaiano-Usella-Montepiano-Pian del Voglio e ingresso sull’A1 verso le 8,40 poi via verso Trento con sosta per la colazione a Campogalliano. Arrivo a Trento alle 12 circa: dei trentatre trentini trotterellanti neppure l’ombra, di chilometri per Pinzolo invece ne rimanevano 56, molti più del previsto guardando le cartine.
Però la strada è bella: attraversa una zona con due laghi prima di risalire verso la Val Rendena, alla quale si arriva dopo un po’ di curve, le terme di Comano e tanto verde. All’inizio della valle c’è Spiazzo: si vedo i primi pannelli che pubblicizzano il Summer Camp della Juve ma a metà paese c’è un hotel-ristorante-pizzeria-gelateria che si chiama Al Molena. Il simpatico proprietario ha pensato bene (accettando implicitamente le conseguenze, che non sono mancate…) di esporre sul proprio terrazzo una grande bandiera dell’Inter…
Raggiunto Pinzolo l’abbiamo attraversato tra due ali di tifosi di ritorno dall’allenamento del venerdì mattina e appostati davanti all’albergo della Juve. Prima di tornare in paese dovevamo infatti andare a sistemare le valigie all’hotel a Madonna di Campiglio, dove siamo arrivati dopo un’altra dozzina di chilometri in salita.

Hotel – Prenotato tramite www.booking.it, che si è confermato un ottimo sito. Bilocale al Posta Soglia, quattro stelle, alle porte di Madonna di Campiglio (venendo da Trento è la strada in discesa a destra prima di entrare nella galleria di accesso al paese): 28 euro a testa con colazione. Vista splendida, albergo bello, colazione abbondante, qualche curioso inconveniente notturno (alla fine più da ridere che altro…) ma nel complesso tutto molto soddisfacente.
Di Madonna di Campiglio non spetta certo a me esaltare la bellezza ma stavolta la montagna d’estate ha esercitato un certo fascino anche su uno che adora il mare come me.

Pinzolo – Mi è sembrato un parco di divertimenti per juventini. Mai visto un posto (che non sia i dintorni di uno stadio) così pieno di gente vestita con i nostri gloriosi colori: tantissime famiglie, molti giovani ma anche persone di una certa età che con mesi di anticipo hanno prenotato la vacanza a Pinzolo proprio nei giorni del ritiro della Juve. Il paese è piccolo ma accogliente, con un grande parcheggio nella parte nord, a circa un chilometro dallo stadio ma camminare in quei luoghi non è certo un problema. I prezzi sono più che accettabili ovunque e l’impressione è che i commercianti e gli albergatori non si siano voluti approfittare affatto della presenza della Juve.
Bella anche l’idea di addobbare i palazzi con le immagini dei più grandi calciatori della storia della Juve (visti Orsi, Platini, Causio, Boniperti, Furino, Anastasi, addirittura Ravanelli…)
Il verde dei monti è incredibile, l’organizzazione (considerati i tanti tifosi e gli spazi ristretti) eccellente, problemi zero..

Summer Village – L’unica cosa un po’ al di sotto delle attese. Presenti solo gli stand dello Juventus Store (i prezzi continuano a essere troppo alti…), dell’ospedale Sant’Anna, dell’Azienda di Turismo di Pinzolo, due della New Holland e uno di un'altra azienda turistica. Poi tanti trattori e ruspe della New Holland, un solo stand gastronomico e lo spazio di Juve Channel con Nana e Valeria. Bellissimo invece il parco intorno al campo sportivo nel quale ci siamo riposati sabato mattina.

Presentazione – Dopo aver seguito l’allenamento di venerdì pomeriggio siamo corsi in piazza San Giacomo per prendere i posti davanti alle transenne: siamo finiti in seconda fila dietro ad alcune ragazze, anche loro toscane, e accanto a un club di tifosi umbri. Inutile dire che siamo stati l’anima del tifo: Nucleo, Bravi Ragazzi e Viking sono arrivati più tardi e così noi abbiamo fatto a “staffetta” di cori con un giovane che indossava la maglia dei Tradizione. Così abbiamo fatto scoprire a tanti che Facchetti fa rima con ruba scudetti, che Guido Rossi rimane un pezzo di merda anche a distanza di un anno dalla sua malefica apparizione e che non bastano gli inviti alla calma per limitare i cori contro l’Inter. Ma c’è stato spazio anche per il sostegno incondizionato a Pavel Nedved (“ce l’abbiamo solo noi”), a Gigi Buffon, che ha saltato con noi e ovviamente al Capitano (“sei la cosa più bella che c’è”). Onore a Claudio Marchisio per il doppio saluto in risposta alle grida di Guido e per Chiellini, che però difficilmente potrà dare a Stefano il cacciucco che gli ha chiesto…
Come risultato ci siamo trovati il giorno dopo sulle pagine di Tuttosport e Stadio intenti a sostenere la squadra…

La Juve – Non siamo riusciti a incontrare da vicino nessun giocatore ma non era questo il nostro obiettivo. Li abbiamo visti passarci accanto in auto, affacciarsi alle finestre dell’albergo e allenarsi. Abbiamo speso volentieri i 5 euro di biglietto per assistere alle sedute (anche se quella di venerdì è durata poco più di un’ora) e ci siamo goduti l’aria bianconera.

Consigli turistici – Abbiamo mangiato bene sia in pizzeria, che al bar che al ristorante. La menzione speciale è per l’agritur caseificio Pinzolo, in via pineta 3 (la strada che va allo stadio partendo dall’albergo della squadra). Il venerdì abbiamo pranzato con i loro panini, i loro formaggi e i loro salumi al bar, con Idris a pochi metri di distanza, il sabato abbiamo mangiato al ristorante: taglieri di formaggi e di salumi, strozzapreti, due tipi di tortelloni come primi, due torte di ricotta, tiramisù e semifreddo alle fragole come dolci e due caffè per un totale di 17 euro a testa. Un prezzo da circolo Acli per un pranzo con i fiocchi; in più il locale è molto bello con vista sulla stanza dove pascolano le mucche e su quella dove vengono immagazzinate le forme di formaggio.

2008

Stagione nuova, squadra nuova (poco), spedizione a Pinzolo nuova, nei numeri e nei programmi. Dai quattro del 2007 siamo diventati sei (e due hanno rinunciato a pochi giorni dalla partenza...) ma, dopo l’esperienza positiva dell’anno precedente, non abbiamo cambiato hotel, affidandoci a booking.com per prenotare due stanze al “solito” Soglia Hotel Perla di Madonna di Campiglio.
Per Stefano e Federica è il primo viaggio dopo la luna di miele, per me e Ketty è quello a quota più alta, per Guido e Enrico è l’ennesima zingarata da vichinghi. Siamo partiti con in testa le previsioni del tempo negative ma anche con la voglia di divertirci e riposarci: obiettivi raggiunti in pieno, anche perchè meteo.it ha sbagliato a preannunciare i temporali che, anzichè dal pomeriggio del venerdì, sono iniziati la sera del sabato.
Primo giorno intenso: quattro ore di viaggio, pranzo al solito bar vicino all’albergo della Juve con panini buoni e abbondanti e poi via al campo sportivo per la gara con il Mezzocorona. Abbiamo ingannato il tempo dell’attesa (e anche quello della gara, abbastanza noiosa dall’inizio del secondo tempo in poi) cantando, ridendo, animando la “curva”, chiacchierando a distanza con Belardi e esponendo un paio di striscioni “made in Prato”.

Poi via per le strade di Pinzolo per la Sera Bianconera, con tutto il paese addobbato di bianco e nero, artisti di strada, mercatini, feste e pasta-party dalle 23 in poi: con i due vichinghi già a letto a recuperare il sonno perso con la levataccia al mattino noi due coppiette siamo andati a cena al ristorante-pizzeria “Al Cardo” (www.pinzolo.it/alcardo). Ottimo, consigliato per prezzo e qualità: ci siamo mangiati pizza, insalatone e dolci buonissimi per poco più di 15 euro a testa.

Secondo giorno dedicato a natura e Juve. Al mattino, dopo lauta colazione in hotel, siamo scesi a Pinzolo per prendere la cabinovia che porta a Prà Rodont, rifugio a mezza costa con parco attrezzato con gonfiabili e materassini per saltare, e da lì la seggiovia fino al rifugio Doss del Sabion, a 2180 metri di altezza. Divertente sia la prima parte che, soprattutto, la seconda: in quattro sulla seggiovia per un tragitto di una decina di minuti sopra ad abetaie e piste da sci.
In vetta la vista è bellissima, a 360 gradi sulla val Rendena, la val Brenta e la Val di Genova (non QUELLA Genova...). Poca gente a gironzolare intorno al rifugio: un paio di famigliole, una strana coppia laziale (li avevamo scambiati per tipici contadini trentini...) e qualche escursionista. Dopo le foto di rito con sfondi dagli orizzonti infiniti e una massacrante camminata in cerchio lungo il vallone che delimita la vetta (in discesa si va bene, ma poi....) ecco il momento del pranzo, su una terrazza delimitata da pannelli in vetro con vista sulla valle.

Non so se è stata meglio l’ambientazione (la location, come si dice sulle riviste di moda...) o l’abbuffata: gnocchi ai formaggi e latte, caramelle di fontina e speck, un altro primo piatto di cui non mi ricordo il nome e tagliere di salumi e formaggi. Abbiamo rinunciato al dolce per evitare di far crollare la seggiovia sotto il nostro peso. Alle 14,30 siamo ridiscesi a valle con tanto di cuore in gola quando la seggiovia ha lasciato la vetta con effetto “aereo al decollo”: a metà percorso il cambio con la cabinovia, preceduto da alcuni esilaranti minuti sui tappeti elastici.
Prima dell’allenamento delle 17 riposino di mezzora nella pineta di Pinzolo tutti e quattro sdraiati sullo striscione PRATO, appeso poi alla rete del campo sportivo. Divertente poi il dopo allenamento, sotto il palco del Summer Village: prima abbiamo trasformato il balletto del dj Nanà in “Chi non salta è un nerazzurro” e poi, quando lo speaker ha chiesto di far partire l’inno della Juve il buon Guido ha lanciato un seguitissimo “Inter merda alè”. Purtroppo non abbiamo vinto nessun gadget tra quelli messi in palio nell’attesa dell’arrivo di Sissokò, Marchionni e Belardi per l’intervista davanti ai tifosi.

In tutto questo non ci siamo resi conto che Pinzolo era stata invasa da migliaia di persone in più rispetto a quelle del giorno precedente e così all’ora di cena non abbiamo trovato posto all’Agritur Caseificio Pinzolo, dove avevamo mangiato così bene nel 2007... Allora abbiamo deciso di tornare al Cardo, per un’altra lauta cena (in sei abbiamo spazzolato pizza alle fragole e gorgonzola, stinco di maiale, cotoletta alla milanese, tagliolini primavera, polenta e spezzatino, zuppa di farro, formaggio fuso alla piastra, gelato alla crema con cioccolata calda e panna montata, sorbetto al limone, birra rossa, birre bionde, coca cola e altre cose che non ricordo... 22 euro a testa spesi benissimo).
Ma lì è finita la nostra mini-vacanza a Pinzolo: mentre eravamo a cena è arrivata la pioggia che meteo.it aveva previsto e che è andata avanti fino al giorno seguente, notte compresa.
Così la domenica mattina siamo ripartiti verso casa subito dopo colazione. Sulla strada del ritorno ci siamo fermati a Trento: non c’ero mai stato ed ero curioso. Città con un centro storico più grande del previsto, carino, ben tenuto ma un po’ troppo vuoto. Certo, non potevamo pretendere di trovare chissà che a mezzogiorno di una domenica mattina quasi piovosa di luglio, ma almeno qualche ristorante aperto... Invece quasi tutti erano chiusi per ferie (aperti solo un paio di self service e un ristorante tipico e pieno zeppo, con attesa di due ore), così dopo un giro di un’oretta tra piazze e palazzi storici, siamo risaliti in auto per andare a pranzare in autogrill, scoprendo quelli Sarni, un marchio che ha rilevato i tanti autogrill della Fini lungo le autostrade di Emilia, Veneto e Trentino: niente male i panini e anche le pizze avevano un bell’aspetto. E tanto per farci capire che stavamo tornando a casa abbiamo incrociato due tifosi della Fiorentina che stavano tornando da Castelrotto.
Alle 17 eravamo ognuno nella propria casa: il nostro dovere scaramantico di tifosi l’abbiamo fatto, ora tocca alla squadra mettersi “in cammino, perchè vincere è il nostro destino”.