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Agosto 2005

Granada: una vacanza in Andalusia non può prescindere dalla visita all’Alhambra.
Per spostarci da Siviglia a Granada abbiamo affittato via internet un’auto con l’Avis: 56,84 euro per una Seat Ibiza turbo diesel in ottime condizioni con la quale abbiamo affrontato i circa 260 comodissimi e suggestivi chilometri che separano le due città. L’abbiamo ritirata e consegnata alla stazione di Santa Justa a Siviglia.Il viaggio è scorso veloce tra campagne verdi, strade in ottime condizioni con segnalatori di velocità e automobilisti molto attenti e corretti.
Merita un discorso a parte la sosta per la colazione in un’area di servizio con pasticceria tra Estepa e Antequera. La zona è famosa per i dolci così, oltre a due normali brioche, abbiamo voluto assaggiare una pasta fatta in stile “Flauto” del Mulino Bianco ma con al centro un concentrato di zucchero, burro e tuorlo d’uovo da far venire il diabete a guardarlo. Con quella colazione siamo andati avanti dalle 10 fino alle 18 senza la minima voglia di pranzare!!!
Arrivati a Granada basta seguire i cartelli per l’Alhambra per arrivare al parcheggio. Noi avevamo prenotato i biglietti prima di partire e così abbiamo evitato una lunga coda al botteghino. I 10 euro di costo sono una bazzecola per quello che l’Alhambra offre. Quello che c’è dentro a questa cittadella fortificata che si è fermata nel tempo si trova su tutte le guide e descriverne l’atmosfera è molto difficile anche perché ogni angolo offre emozioni personali.
Ogni zampillo d’acqua, ogni fiore, ogni arco, ogni marmo è un particolare da gustare.I palazzi Nasridi hanno un accesso regolamentato con l’orario scritto sul biglietto d’ingresso: la visita a questa struttura deve essere fatta con cura, calma e tanta capacità di immagazzinare colori, immagini e sensazioni, cosa peraltro rara durante una vacanza piena come la nostra. Qualcosa ha fatto la macchina fotografica ma molto è durato un minuto o poco più.I giardini del Generalife sono di un rilassante unico: siepi, fiori e vasche d’acqua danno all’Islam meriti che sembrano essersi dissolti con il passare dei secoli. Comunque ogni passo è un tuffo nella storia e nella bellezza.L’unico consiglio che possiamo dare è quello di prendere le audioguide e di dedicare all’Alhambra il tempo che merita. Noi ci siamo rimasti quattro ore e mezzo senza accorgersi di caldo (molto meno intenso che a Siviglia), stanchezza, mal di ginocchia e fatica.
Se non avessimo dovuto riconsegnare l’auto entro mezzanotte ci saremmo fermati anche di più.
Estepa: sulla via del ritorno ci siamo fermati in questa cittadina famosa nel mondo per il suo “mantecado”, un dolce tipico per le festività natalizie come i nostri panettoni e pandori. Ci abita una famiglia che conoscevamo solo per vie traverse ma che siamo andati a trovare volentieri scoprendo una città molto carina. La chiamano “el balcón de Andalucía” perché dal colle che domina il paese di vede tutta la spianata da Granada a Siviglia: chi passa da quelle parti si può fermare. Scoprirà l’essenza andalusa in un luogo molto accogliente.