Siamo partiti dal Galileo Galilei di Pisa alle 21,05 con dieci minuti di ritardo ma siamo arrivati a Orly in perfetto orario (22,35). Buona l’organizzazione EasyJet: due sportelli per il check-in, divisione in tre gruppi per l’accesso all’aereo e precedenza all’imbarco per le famiglie con i bambini piccoli. Ottimo il volo su un 747 nuovo (o almeno in perfette condizioni). Qualche problema in più a Orly, al momento di prendere la navetta per Pont de Rungis, dove c’è la stazione della Rer C: i pochi minuti a disposizione per l’ultima corsa (quella delle 23,15) e il mancato funzionamento delle biglietterie automatiche alle banchine dei bus ci hanno impedito di acquistare il biglietto ma abbiamo trovato un autista gentilissimo che ci ha portato a Pont De Rungis gratuitamente. Stessa scena anche alla stazione Rer C: biglietterie incomprensibili e ultimo treno della giornata già fermo sul binario pronto a partire. Così siamo saliti di corsa sperando che non passasse il controllore e così è stato. Però alla fermata Biblioteque Mitterand si passa dalla Rer alla Metro solo tramite biglietto e così, dopo un lungo chiarimento in tre lingue (francese, inglese e “gestuale”) con l’addetta della Metro siamo riusciti a metterci in regola acquistando il biglietto per raggiungere l’hotel. Alla fine, non per nostra volontà, abbiamo speso 1, 40 euro a testa invece dei 5,70 previsti. Meglio così.

Hotel
Avevamo prenotato tramite www.bookings.it un due stelle in avenue Philippe Auguste, il Camélia Prestige. A marzo, al momento di prenotare i voli, speravamo di poter avere a disposizione un appartamento di un parente. Per scrupolo avevamo comunque guardato le offerte scegliendo ipoteticamente l’hotel Daguerre a Montparnasse, offerto a 343 euro a camera per sette notti. A luglio abbiamo saputo che l’appartamento non era disponibile e così ci siamo ributtati su bookings, dove però l’offerta del Daguerre era sparita. Così abbiamo scelto il Camélia a 363 euro. Siamo arrivati poco prima dell’una scendendo a Nation e facendo il giro di tutta la piazza prima di trovare la via giusta tra le circa dieci che partono da Place de Nation. Nation ha le fermate delle linee 1, 2 e 6, oltre alla Rer A: con la 6 scendevamo vicino all’albergo (uscita Voltaire) con le altre dovevamo fare il giro della piazza (all’aperto o nei tunnel della metro poco importava). L’albergo è, come tanti altri, in un palazzo a più piani lungo la strada che porta al cimitero di Père Lachaise. Accanto, sul lato della piazza, due pub di solito molto affollati. Cinque piani con scale strette in legno e pianerottoli altrettanto stretti: stanze, corridoi e hall arredati in stile etnico indio-africano. Per fortuna la nostra camera (14) era al primo piano, con finestra proprio sopra l’ingresso dell’hotel dalla quale vedevamo la dirimpettaia pizzeria turca “Galatasaray”. La camera era minuscola: più o meno larga due metri e mezzo e lunga tre e mezzo. Il letto matrimoniale in un angolo, attaccato al muro, l’armadio in legno poco più grande di un armadietto da palestra (così non abbiamo disfatto le valigie), una piccola scrivania con sedia e televisione con una decina di canali satellitari (nessuno italiano). Discorso a parte per il bagno: doccia, mini-lavandino e water in uno spazio di un metro per due con porta a soffietto a separarlo dalla camera. Se stavamo seduti sul water potevamo lavarci i denti nel lavandino, se ci piegavamo sul lavandino arrivavamo con il fondoschiena in camera. Tutto sommato però una situazione divertente che non ci ha mai creato problemi insormontabili: le stanze erano sempre pulite, gli asciugamani venivano cambiati regolarmente e la finestra a doppi vetri insonorizzava bene (la via è piuttosto rumorosa, tra netturbini in piena notte e moto che sfrecciano). Alla fine abbiamo speso anche meno del previsto: i gestori ci hanno regalato una notte (chissà perché) e così con 310 euro senza colazione (22 euro a testa a notte) abbiamo avuto una sistemazione ottima nel rapporto qualità-prezzo.
Pro: spesa, accoglienza e gentilezza dei gestori, vicinanza con la metro e con Place de la Nation dove si trova tutto quello che occorre per risparmiare su colazioni e pranzi: forni, pasticcerie e un supermercato della catena Casinò, il posto più freddo del mondo (dentro l’aria condizionata e i tanti banchi-frigo portano la temperatura di tutto il locale intorno ai 5-6 gradi. Il 9 agosto la cassiera aveva il piumino imbottito!!).
Contro: spazi ristretti, quartiere animato ma non troppo romantico.

Spostamenti
Siamo arrivati di domenica sera e quindi il lunedì mattina abbiamo fatto subito la Carta Orange alla stazione della metropolitana: 15,70 euro con i quali abbiamo viaggiato tutta la settimana salendo e scendendo da metro e bus a piacimento. Dopo due giorni avevamo già ripreso i soldi della carta, per la quale è necessaria una fototessera. Assolutamente raccomandata con l’avvertenza che va dal lunedì alla domenica a prescindere dal giorno in cui viene acquistata: quindi nel fine settimana non viene venduta.

Mangiare
Pranzo
L’obiettivo era quello di contenere le spese, conoscendo i prezzi parigini grazie ai pareri letti su Internet. Così nei primi giorni il cliché è stato: colazione in boulangerie e pranzo acquistato al supermercato (esempio primo giorno: baguette, prosciutto cotto e due bottiglie d’acqua da 50 cl 5.64 euro in due). Bastava per arrivare all’ora di cena anche se ogni tanto a merenda ci siamo concessi una crêpe, un po’ di frutta, una baguette vuota (sono comunque buonissime) o un dolce. Quando non avevamo voglia di metterci a farcire i panini sulle panchine dei giardini o volevamo mangiare qualcosa di diverso ci siamo rifugiati da: Pomme du pain: fast food specializzato in panini e menù abbastanza leggeri da digerire. In media 7 euro per panino, bibita e patatine. Lafayette: il reparto “Gourmet” del grande magazzino offre di tutto e di più. Cinese spendendo molto per Anna (12 euro per due porzioni abbondanti di vermicelli ai legumi e di pollo con salse), italiano per Matteo (pasta fredda al parmigiano e una caprese per 6 euro).
Cena
Il “rifugio” per le nostre cene economiche, veloci ma non per questo misere sono stati i fast-food “Quick”. Meno pesanti, unti e “fritti” di Mc Donald’s: panini con vari gusti, insalate e molti locali sparsi per la città. Spesa media 6 euro a testa. Ma abbiamo cenato anche a: Flam’s: è una catena di ristoranti che propone un menù a base di una specialità alsaziana che è un misto tra una pizza e una piadina. Ci sono quattro-cinque locali (vedere www.flams.fr) e noi siamo stati in quello in rue des Lombards, nel 1’ arrondissement, a due passi dal Centre Pompidou. Con 16 euro (ma con un errore della cameriera nel conto, privo di una portata) abbiamo mangiato questa buonissima focaccia a volontà, un dolce a testa e abbiamo bevuto una Coca alla spina (più acqua in caraffa). Buffalo Grill: nei tanti consigli cercati su Internet avevamo trovato buoni commenti su questa catena di ristoranti specializzati in carne. Abbiamo provato quello di Pigalle, proprio di fronte al Moulin Rouge. Atmosfera country, locale pieno di francesi, insalata di benvenuto e porzioni abbondanti e gustose. 26, 30 euro per una Coca, un pollo Kentucky, un menù Buffalo (carne di manzo e contorno più un dolce) e un caffè. Rim Cafè (38 rue St Severin): pizzeria sicuramente turistica ma con un sorprendente rapporto qualità-prezzo. In pieno quartiere latino, locale ampio e con tavoli all’aperto che permettono di vedere la gente che passeggia in strada, gestori di origine italiana e menù vario. Ci siamo limitati ad una margherita, ad una pizza ai funghi, ad un caffè e a un tiramisù: tutto per 24,30 euro in due, che per essere in centro a Parigi in agosto sono pochi.
Consigli “gastronomici”
- Il caffè migliore è stato di gran lunga quello preso al Cafè Deux Moulins, quello in cui è stato girato il film di Amélie: 1,10 euro al bancone e sapore davvero ottimo.
- L’acqua costa molto nei bar, pochissimo nei supermercati. Al ristorante chiedere “eau en caraffe”, i camerieri capiranno…
- Molto caro anche il gelato. Non ne abbiamo trovati a meno di 3 euro a pallina. Incredibilmente chiuso, per essere ad agosto, Berthillon (31 rue Saint-Louis-en-l'Ile) unanimemente definita la miglior gelateria di Parigi.

 Cosa vedere
Non sta certo a noi dire cosa c’è da vedere a Parigi. Anche perché è impossibile vedere tutto in una settimana e probabilmente in tutta una vita. Noi in sette giorni, con tappe abbastanza forzate nonostante dolori alle ginocchia, abbiamo visto:
1’ giorno
Défense: un quartiere da vedere anche se ultramoderno. Abbiamo iniziato da lì perché è il capolinea della linea 1 della Metro e ne abbiamo approfittato per prendere confidenza con il sistema di trasporto pubblico, infatti siamo tornati in centro col bus. Ile de la cité: ci siamo incamminati senza meta gustandoci questa parte di Parigi. Notre Dame (senza salire sulle torri, 7 euro, gratis la prima domenica del mese) con pranzo sulle panchine del caratteristico e rilassante giardino dietro la chiesa. Ile St. Louis: citiamo solo un ristorante che ha in vetrina centinaia di mucche, la mania di Anna. Pigalle, con tutta la via a luci rosse: più curiosa e divertente che squallida e perversa. Evitabile per chi non tollera certe situazioni anche se una foto davanti al Moulin Rouge è un’abitudine per chi visita Parigi. Monmartre: Sacro Cuore e viuzze del quartiere. Anna si è addormentata su una panchina trovando un angolo di pace in una zona zeppa di turisti. Ci siamo tornati anche l’ultimo giorno perché vale sempre la pena dare uno sguardo a questa zona. Nella piazzetta degli artisti c’è l’ufficio turistico con un sacco di materiale gratuito (anche se soprattutto in inglese).
2’ giorno
Place de la Concorde: immensa. Ci si sente al centro della città: in qualsiasi direzione si guardi c’è un monumento o un pezzo di storia da vedere. Giardini de Tuileries: attraverso questi grandi e ben tenuti spazi verdi siamo arrivati ai margini del Louvre ma abbiamo cambiato sponda della Senna per andare al Museo d’Orsay. Museo d’Orsay: siamo entrati saltando centinaia di metri di coda grazie alla tessera dell’ordine dei giornalisti (abbiamo tanti doveri ma anche qualche diritto…). Non essendo particolarmente amanti o intenditori di arte ci siamo limitati ad una visita abbastanza rapida ma, compresa la sosta sulla terrazza con vista interessante sulla città, non siamo usciti prima di due ore. Ingresso 7,50 euro, gratis la prima domenica del mese. Boulevard Saint Germain: negozi e vita animata grazie anche alla vicina università Jardins du Luxembourg: meravigliosi, rilassanti, da passarci un intero pomeriggio. In più sulla cancellata erano appesi le gigantografie di una mostra fotografica sugli orrori della guerra: foto crude ma bellissime. Dopo un’oretta tra anatre, fiori e sedie sulle quali prendere la tintarella ce ne siamo andati, purtroppo… Panthéon: ci avevano sconsigliato l’ingresso e così l’abbiamo visto solo da fuori. Grande e maestoso, ingresso 7 euro. Eglise de Saint Michel: proprio dietro al Panthéon c’è la chiesa dove sono custodite le spoglie della santa patrona di Parigi, Geneviève. Merita la visita Rue de Mouffettard: ce l’avevano descritta come estremamente caratteristica e un po’ ci ha deluso, anche perché a quell’ora molti negozietti, che sono proprio quelli che la rendono particolare, erano chiusi. E poi era praticamente dominata da cinesi e nordafricani, non da parigini… Centre Pompidou: bagliore di modernità tra tanta storia. Tanta vita intorno, con animatori e artisti di strada. Marais: purtroppo abbiamo potuto dedicare poco tempo a questo quartiere, che sembra diventato uno di quelli più “alla moda” di Parigi. Però non è mancata una sosta di una mezzoretta in Place des Vosges, da molti ritenuta la piazza più bella di Parigi. In effetti l’atmosfera è da piazza di paese, con i giovani distesi sull’erba dei giardini e i bambini a giocare con i piccioni lontani dal pericolo delle auto. Non sembra certo di essere al centro di una metropoli. Arc de triomphe: ci siamo stati di giorno e di sera, senza salire sopra. Bello in entrambi i casi ma la sera c’era un vento….. (8 euro).
3’ giorno
Cimitero di Père Lachaise: vista anche la relativa vicinanza con il nostro hotel abbiamo iniziato la giornata al cimitero che “accoglie” tanti morti illustri. Appena scesi dalla metropolitana abbiamo fatto l’errore di non prendere la cartina dall’uomo che le vendeva. Abbiamo pensato che non fosse quella ufficiale, che avremmo preso all’interno del cimitero, cosa invece impossibile perché nessuno le vende. Così ci siamo dovuti arrangiare con i cartelloni agli incroci di quello che è un vero e proprio paese, con vie e vialetti. Ci siamo scelti un po’ di tombe da vedere e, non senza alcune difficoltà, abbiamo trovato quelle di Molière (un po’ trasandata), Chopin, Edith Piaf, Jim Morrison (transennata per evitare che ci vengano deposte bottiglie di birra, sigarette ecc.), Oscar Wilde (piena di baci dati con il rossetto sulle labbra) e Maria Callas (un anonimo forno numero C 16258 confuso tra altre centinaia nella cosiddetta “colombaia”). Per caso ci siamo imbattutti anche in quella di Marie Trintignan, uccisa a botte dal compagno un paio di anni fa e in quella del giornalista Noir, ucciso perché sorpreso con una donna dal marito geloso. La tomba è sovrastata da una sua statua in bronzo distesa nel momento della morte. Dicono che porta fortuna e prosperità toccare i suoi “attributi” (che in effetti sono lucidi e molto… “ingombranti”). Lafayette: il grande magazzino merita una visita per vedere la quantità di merce esposta ma anche e soprattutto per la cupola decorata e la vista dalla terrazza. L’atmosfera è tetra ma particolare e sicuramente merita la visita. Bois de Boulogne: attraversando la città da Gambetta con un bus ci siamo ritrovati ai margini di questo parco. Attraversarlo è stata un’impresa a causa del mal di ginocchia di Anna e così non ce lo siamo goduti a sufficienza. Il rammarico è grande anche perché abbiamo intuito quanto sarebbe stato bello fermarsi un paio d’ore a riposare sui prati o ad attraversare il laghetto con la barca a remi. Stadio Parc des Princes: sosta obbligata per noi calciofili ma l’orario per la visita (mercoledì fino alle 15) era appena finito. Ci siamo accontentati del negozio del Psg, ben fornito. Per finire la giornata ci siamo concessi una vista della torre Effel dal Trocadero.
4’ giorno
Louvre: vale il discorso fatto con Orsay. Grazie alla tessera siamo entrati gratis ma fare tutto in meno di tre ore è stato impossibile. Pur limitandoci all’essenziale il museo è talmente grande e pieno di capolavori che non siamo riusciti a non “perderci” tutta la mattina. All’ingresso controllo con il metal detector di zaini e borse. Difficoltosa l’uscita, con l’obbligo di attraversare tutta la parte della Parigi medievale. 8,50 euro, prima domenica del mese gratis. Madeleine: chiesa monumentale che colpisce più per la maestosità che per gli interni. Opera: vista da fuori. E’ nella piazza forse più caotica di tutta la città. Géode (fermata metro porte de la Villette): altro attraversamento della città per andare al quartiere de La Villette, a vedere questa città delle scienze e dell’industria. Si tratta di una zona prima adibita a macello e ora recuperata con spazi per l’arte e la cultura. Piacevole sorpresa: possibilità di visitare mostre e esposizioni, di vedere la “palla” enorme con dentro un cinema, di riposarsi sui prati, di far giocare i figli, di entrare in un sottomarino, di vedere scorrere l’acqua nel canale…. Bateaux Mouches: dopo aver rinunciato all’idea (peraltro sconsigliata da tutti) di cenare sui battelli sulla Senna visti i costi esagerati, soprattutto in rapporto alla qualità del cibo, abbiamo scelto la crociera sul fiume con i battelli della linea Bateaux Mouches. L’imbarco è al ponte dell’Alma ogni 15-30 minuti (dipende dalla stagione) e il giro dura più di un’ora partendo in direzione dell’Ile de la cité, girando all’Ile St. Louis per arrivare al ponte di Bir Hakem oltre la torre Eiffel. Siamo partiti alle ultime luci del giorno e ci siamo goduti il tramonto lungo il viaggio, arrivando poi alla torre Eiffel illuminata. Bello, decisamente….
5’ giorno
Hotel des  Invalides: per visitare la tomba di Napoleone e il museo delle armi. Grazie alla solita tessera da giornalisti ci siamo risparmiati i 7 euro dell’ingresso che, a conti fatti, valgono solo se uno fa la visita completa della struttura. Limitarsi alla tomba di Napoleone, che è da vedere più che altro per l’importanza delle spoglie che conserva, è riduttivo. Il museo merita una visita per i tanti reperti e le armi conservate ma è molto grande e stancante. Ponte Alexandre III: è uno dei più belli di Parigi ed è d’obbligo una foto accanti alle sue statue. Tour Eiffel: alla fine ci siamo arrivati. Ci abbiamo girato intorno per giorni prima di finirci sotto, sorpresi di come possa essere suggestiva un’opera tutta di ferro. Il fascino di questo monumento è in effetti eterno e vedere il brulicare di persone che sale e scende è divertente. Ci siamo distesi nel prato a 100 metri dalla torre e ci siamo goduti la scena per un paio d’ore, compreso un sonnellino ritemprante. Causa vertigini non siamo saliti sopra: peccato perché non c’era la fila così lunga come credevamo.   6’ giorno Mercato delle pulci di Saint-Ouen (metro Porte de Clignancourt): quasi alla fine della vacanza è arrivata l’unica delusione di Parigi. Il mercato delle pulci, nel quale credevamo di trovare chissà quali rarità o particolarità, è per l’80 per cento un normale mercato rionale, sia pure enorme per dimensione. Dislocato su un quadrato di quattro vie (più vari vicoletti di collegamento) ha bancarelle di africani (cd contraffatti, statuine etniche in legno, pupazzi giamaicani, bigiotteria, piercing…), banchi di cinesi (lingerie a un euro, diavolerie tecnologiche con le pile che si ossidano dopo un’ora…), stand di maghrebini (abbigliamento da rapper, scarpe simil Nike…) e ambulanti francesi (abbigliamento, souvenir, accessori…). Niente che non si possa trovare in qualsiasi altra parte di Parigi o del mondo. Di “pulci” abbiamo trovato solo una decina di negozietti ma il caos intorno ci ha impedito di gustarci queste rarità. Sconsigliato! Abesses: di nuovo Montmartre. Prima di lasciare Parigi ci siamo concessi un’altra visita alla collina del Sacro Cuore, stavolta utilizzando la funicolare (anche questa compresa nella carta orange) invece del Montmatrbus. Dopo essere scesi al capolinea inferiore siamo andati alla fermata della metro di Abesses, caratteristica sia per la sua pensilina in art decò che per le sua scale a chiocciola con i muri dipinti. Prima di prendere la metro però ci siamo fermati nel vicinissimo giardino della piazzetta Jean Rictus (guardando l’ingresso della metro è sulla sinistra, sullo sfondo) dove nel 2001 è stato inaugurato un muro fatto di piastrelle blu in lava smaltata sulle quali, in bianco, è stata scritta la frase “Ti amo” in 311 lingue. Ovviamente i soliti imbecilli non hanno perso l’occasione per scriverci con i loro pennarelli ma per fortuna le scritte “abusive” sono pochissime.

Cosa comprare
Parigi è cara, c’è poco da fare. Per spendere poco bisogna conoscere negozi e luoghi che sono noti solo ai parigini o a chi vive in questa città per un po’ di tempo l’anno. Per questo ci siamo concessi poche divagazioni allo shopping; giusto un po’ di spazio alle nostre collezioni, le sciarpe delle squadre sportive e le mucche. Per sapere quello che succede in città, quali concerti, mostre, locali e manifestazioni vedere abbiamo acquistato Pariscope, guida settimanale molto particolareggiata. Costa 40 centesimi!   Per chi è appassionato di oggettistica calcistica da segnalare, su avenue de Parc des Princes, dalla parte della fermata “P.te St Cloud” della metro, il negozio “la boutique del supporter” con sciarpe e gagliardetti. Per le mucche invece c’è l’imbarazzo della scelta, tra negozi di accessori e souvenir. Due molto carini, della stessa linea di accessori (Pylones), sono in rue Saint-Louis-en-l'Ile e a Montmarte, quasi di fronte al capolinea inferiore della funicolare. Ci sono mucche (ma non solo) di tutte le forme, comprese quelle costose delle miniature della Cow Parade.

La curiosità
Girellando per Montmartre il primo giorno abbiamo visto decine di cartelli con la richiesta disperata di una donna che aveva smarrito la sua gattina Lulu. Un cartello con foto e descrizione dell’animale e ogni altra notizia utile, compreso ovviamente il numero di telefono da chiamare in caso di avvistamenti o ritrovamenti. Quando siamo tornati l’ultimo giorno nelle stesse strade abbiamo trovato negli stessi posti dov’erano i cartelli di richiesta di aiuto altri cartelli a colori, stavolta di ringraziamenti verso tutti coloro che avevano aiutato l’uomo a ritrovare Lulu. C’era scritto: “Lulu a été retrové. Merci à toutes les personnes qui m’ont contacté pour me ...... (non si legge bene) des informations ou des consuls. Gràce à votre vigilance Lulu va pouvoir .... (non si legge...) sa maitresse. MERCI”. E sopra la foto a colori della gattona bianca e rossa. Una cosa del genere pensiamo che possa succedere solo a Parigi e a Montmartre in particolare… Siamo stati così colpiti e contenti per Lulu e la padrona che ci siamo portati via un cartello in ricordo di questo grande atto d’amore per gli animali e di rispetto e affetto per le persone.

 

Breve recensione degli alberghi in cui sono stato in questi anni tra lavoro e turismo. Tutti (tranne il primo) prenotati su booking.com, quindi non metto i prezzi (anche perché tutti non li ricordo) visto che spesso sul sito sono più bassi di quelli previsti dai proprietari degli hotel stessi.

Febbraio e settembre 2008
Beauchamps hotel, 24 rue de Ponthieu, due-tre stelle
La prima volta che ci sono andato era in rifacimento: un passaggio drastico da vecchio a nuovo, da due stelle a tre (la seconda volta che ci sono stato, ora addirittura quattro) stelle. In una via parallela agli Champs-Elisée, all’altezza della fermata Roosvelt della metro, è un albergo arredato in stile moderno, con camere grandi e dal design curato; ottimi servizio e posizione. Ci sono stato solo perché pagava l’azienda, sennò era fuori portata allora, oggi ancor di più. Voto 8

Febbraio 2009
Hotel Batignolles Villiers, 11 rue des Batignolles, tre stelle
Tra gli alberghi parigini prenotati da solo tramite booking.com questo per ora è il migliore. Vicino alla fermata Rome e quindi facilmente raggiungibile è in una zona che non conoscevo e che offre locali carini, soprattutto al di là del ponte sulla ferrovia, camminando verso la metro Villiers. Ho prenotato una singola ma mi hanno dato una matrimoniale all’ultimo piano (con ascensore) proprio all’altezza dei tipici abbaini sui tetti dei palazzi di fronte. Tv satellitare, scrivania, bagno grande (soffitto inclinato a seguire il tetto, come la stanza) e bella vista. L’unica cosa negativa… l’odore della coperta, o del lenzuolo (non l’ho mai capito). A metà tra la puzza di muffa e il profumo eccessivo, difficilmente descrivibile. Più volte mi sono svegliato le prime due notti proprio a causa dell’odore, sparito il terzo giorno. Servizi essenziali o qual cosina in più, ma tutto negli standard (un po’ risicati) degli hotel parigini a due-tre stelle. Voto 7

Settembre 2009
Hotel de la Perdrix Rouge, 5 rue Lassus, due stelle
Nel quartiere di Belleville, proprio accanto alla chiesa di Giovanni Battista, praticamente è all’uscita della metropolitana Jourdain. Se piove e si esce dalla parte della chiesa si riesce a entrare in albergo senza bagnarsi, tanto è vicino alle scale della metro. Dell’albergo ho visto solo il piano terra, nel tratto dalla reception alla mia stanza, che era l’unica a quel piano, al di là della sala da colazione. In pratica hanno ricavato una matrimoniale nell’angolo della sala, accanto al bar-cucina (ma non ho sentito né odori né rumori). Stanza abbastanza comoda, con il bagno non enorme ma sufficiente, la tv satellitare e soddisfacente pulizia. La pecca è stata nell’unica finestra presente, quella sul soffitto con vista sui palazzi vicini (chi era in terrazza poteva guardarmi dall’alto mentre andavo a letto…): si poteva chiudere la tendina solo con un sistema artigianale di fili da fissare poi ad un gancio sul muro, saltato però da tempo, visto che c’erano solo i buchi nel muro. Così mi sono dovuto arrangiare fissando il cavo alla maniglia della porta! Voto 6,5 (mezzo voto in più per la vicinanza alla metro)

Febbraio 2010
Hotel du Moulin, 3 rue Aristide Bruant, due stelle
Tra Pigalle e Montmartre, a quasi ugual distanza dalle fermate Blanche e Abesses della metro è gestito da coreani che, da come ci guardavano, non avevano mai avuto clienti italiani. A guardare il sito ufficiale l’aspetto è migliore di quanto non sia in realtà, anche se il voto è pienamente sufficiente. Sarà che io e mia moglie abbiamo preso i tre giorni più freddi di febbraio, con neve tutti i giorni, ma i bei fiori del giardino non li abbiamo visti. Al loro posto un paio di topi che si contendevano con i piccioni il cibo gettato dai condomini di fronte sui tetti delle camere che si affacciano sul giardino… Detto delle cose meno belle c’è da parlare di quelle invece positive, come la stanza matrimoniale, non enorme ma sufficiente, il bagno caldo e l’ascensore proprio accanto alla porta della camera (eravamo al terzo piano). Sulla zona c’è poco da dire, Montmartre è sempre Montmartre e, tra il freddo e l’atmosfera romantica del luogo, crediamo (anche confrontando le date) che nostra figlia abbia buone possibilità di essere… parigina. Voto 7.

Settembre 2010
Abricotel, 15 rue Lally-Tollendal, tre stelle
Anonimo come mille altri alberghi parigini ma con stanze più ampie di altri tre stelle (sempre al margine delle due, mai spostati verso le quattro....). Ho prenotato con booking.com una singola a 55 euro a notte e mi hanno dato una matrimoniale con due lettini, scrivania, piccolo armadio a vista (senza ante), tv a schermo piatto e bagno in camera. Il bagno (non so se vi è mai capitato, a me è la prima volta che succede ma alcuni amici hanno già avuto questa esperienza) è interamente in plastica, tipo quello di aerei e treni: ovviamente più grande, con la doccia, ma tutto in plastica, con moduli assemblabili a seconda dello spazio. Staff gentile (appena arrivato hanno cercato di spiegarmi in italiano che tutto il quartiere era al buio per un black out.. ma me n'ero ovviamente accorto!) ma senza esagerare, stanza pulita. La mia camera si affacciava sulla via, dove di notte non passano nè auto nè ambulanze (che in genere nelle mie notti parigine non sono mai mancate), ma dopo le 8, quando l'attigua Avenue Jaurès inizia a ingolfarsi di traffico qualche clacson si sente. Wi-Fi gratuita. La fermata metro è quella di Jaurès, non il massimo della vita, così come non è un granché neppure il quartiere, che inizia al Quai de la Loire e al Parc de la Villette, ma di sera offre poco e qualche faccia poco raccomandabile c'è, soprattutto dopo il tramonto, anche perchè siamo a due passi dalla Gare du Nord. Quindi per cene e passeggiate sono andato verso il centro, ma vi risparmio le recensioni perchè ho scelto i locali in base alla trasmissione o meno delle partite di Champios League e non guardando il menu :-) (Ma al Rive Droite vicino a Les Halles non ho mangiato male, anzi...) Voto 6,5

Febbraio 2011
Hotel de Cabourg, 5 rue du Mont-Dore, due stelle
Mi limito a quanto ho scritto su booking. Note positive: la vicinanza con la fermata della metro e il bagno nuovo di zecca (camera 302). Note negative: niente di particolare, se non la mancanza di ascensore nella dependance dove si trovano le camere singole. Ma è un difetto comune a Parigi. La zona (Rome-Batignolles) rimane ottima per collegamenti con la metro e negozi.

Settembre 2011
Hotel des Chansonniers, 113 boulevard de Ménilmontant, una stella
Stavolta Booking (ma non è colpa sua) non mi ha accontentato. Il budget che ho voluto rischiare è stato decisamente troppo ristretto e per 51 euro a notte sono finito in un albergo con pochi alti e molti bassi. Alti: carina l'idea di abbinare l'hotel al bar con musica dal vivo. Così l'ambiente è sempre ben frequentato e vivace. Poi la vicinanza con la metro Ménilmontant (meno di 200 metri). E infine le docce e i bagni in comune sempre puliti. Bassi: il viale di fronte è sempre stato sporco per colpa di un mercato ambulante e illegale di zingari, intenti a vendere abiti usati o rubati che regolarmente finivano abbandonati lungo la strada in caso di arrivo della polizia o di impossibilità a venderli perchè troppo rovinati o troppo brutti. Poi il rumore cigolante del pavimento dove, dalle 10 la sera alle 5 la mattina, tutti passano per andare in camera o al bagno: avere la testata del letto vicina alla porta che dà sul corridoio non è simpatico. Poi la non insonorizzazione delle stanze: non solo si sentiva russare il tipo della stanza accanto ma si udivano chiaramente i gemiti di una coppia anche passando lungo le scale, con la loro camera a dieci metri. Poi l'odore di muffa dovuto, credo, ad una moquette che ha sicuramente visto giorni migliori. Infine il letto, che doveva essere matrimoniale ed invece era a una piazza e mezzo scarsa. Per fortuna ero da solo ed è stato più che sufficiente. Peccato, perché nel complesso non è malvagissimo (anche se il 7,1 di voto su booking è un'esagerazione) ma rumori e odori danno un'idea di trascuratezza e sudicio che, in fondo, non sono del tutto confermati dai fatti. Voto 5+

Febbraio 2012
Hotel Paris Villette, Rue Curial 56, due stelle
Hotel da due stelle ma vicino alle tre. Stanza grande (prenotato una singola ma data una matrimoniale), pulita e con finestra su una via molto silenziosa di notte. Bagno diviso in due parti (wc in una stanza, doccia e lavandino in un’altra). E soprattutto c’è l’ascensore grande, anche perché l’hotel è in una palazzina abbastanza nuova e non in uno dei palazzi con scala a chiocciola che ospitanto tanti due stelle. La fermata Crimèe non è lontanissima (500 metri) e la zona è abbastanza tranquilla ma non certo apprezzabile per qualcosa in particolare: tanti i servizi e anche qualche buona pasticceria. Voto 6,5

Settembre 2012 e febbraio 2013
Hotel Au Royal Mad, rue Sedain 68, due stelle

Complice la mancanza di alternative e di disponibilità di Booking questo è l’unico hotel dove sono stato per due volte di fila di mia iniziativa. Niente di eccezionale ma wi-fi libero e potente a ogni piano, pulizia, tranquillità della zona e cortesia dello staff (mi hanno anche aiutato a prenotare un tavolo in un locale che accettava prenotazioni solo via telefono) si aggiungono a camere super-spartane ma comode (ci sono il forno a microonde e il frigorifero) e a bagni in comune ad ogni piano grandi come camere (fin troppo spazio inutilizzato).
La fermata Voltaire è nella piazza vicina (100 metri) dove ci sono anche fast food, supermercati, ortolani, un’ottima cioccolateria. Comodo per raggiungere ogni punto della città; a piedi anche il cimitero di Pere Lachaise, magari percorrendo Rue Roquette, ricca di locali carini per la cena. Voto 7.

 

Settembre 2013
Hotel de la Mare, rue de la mare 4, due stelle
Colpo di fortuna. Fosse in una zona centrale varrebbe 100-120 euro a notte. Aperto dopo la ristrutturazione a aprile 2013 era in offerta su Booking probabilmente proprio per farsi un nome, difficilmente lo ritroveremo a 55 euro a notte in futuro. Arredamento moderno con un certo gusto per il design, parquet ovunque, chiave elettronica, tv a schermo piatto, angolo cottura: niente di trascendentale ma essenziale al punto giusto. Una via di mezzo tra hotel e residence.
Due pecche. 1) La zona. L’hotel è equidistante dalle fermate Couronnes, Menilmontant (consigliata e raggiungibile anche con il bus 96 alla fermata all’incrocio con rue Chevreau. Questo bus non solo è utile per andare alla fermata della metro ma, se avete tempo, attraversa tutto il centro città e arriva fino alla Gare de Montparnasse con un itinerario turistico di primo livello) e Pyrenées, più o meno tutte a 500 metri. Ma rue de la mare è una piccola strada a ridosso di una vecchia ferrovia ora inutilizzata. Lo stesso depliant dell’hotel sconsiglia di utilizzare di sera e notte il cavalcavia per raggiungere rue de Menilmontant ma camminare (velocemente e senza parlare vistosamente al cellulare) lungo via Chevreau. 2) Mancano le persiane e la difesa dalla luce esterna è affidata solo a delle tendine di bambù belline a vedersi ma efficaci come un ombrello nella tormenta. Voto 7,5.