Ci sono stato quattro volte... eppure ci tornerei sempre, ogni anno, in ogni stagione. E' la più bella città che abbia mai visto.

Impossibile non tornarci. Praga è così: ci vai, te ne innamori, ci torni e ci ritorni quante più volte è possibile. Ed ogni volta è diversa da quelle precedenti: cambiano i colori, l’atmosfera, i luoghi da vedere, le sensazioni. Forse anche perchè cambiano gli occhi con i quali si guarda questa città, che, da un lato, sembra essersi fermata negli anni d’oro dei secoli scorsi e, dall’altro, è incapace di frenare il nuovo che avanza sotto forma di vetrine illuminate, insegne in tutte le lingue del mondo e commercio senza limiti di quantità e di gusto.

Gli occhi del 2008 sono quelli di un fidanzato felice e non di un single impenitente e quindi alcune delle bellezze della città assumono contorni più sfuocati, le minigonne non sembrano così mini, le bionde così bionde, le discoteche così interessanti da passarci una serata o una notte.

Gli occhi del 2008 sono quelli che hanno spaziato sui tetti di Praga da cento angolazioni diverse, che hanno notato particolari mai notati nelle tre visite precedenti, che hanno visto il ponte Carlo da sopra, dai lati e anche da sotto.

I quattro giorni praghesi sono iniziati e finiti alla fermata Malostranskà della Metro: l’arrivo in un primo pomeriggio più grigio che caldo, la partenza in una mattina di Ferragosto con appena 15 gradi sul termometro e una città ancora semi deserta.

Quattro giorni, per chi ha voglia di vedere, camminare, scoprire e rilassarsi sono il minimo per Praga: abbiamo visto tutte la cose più “classiche”, ci siamo concessi qualche extra e abbiamo trovato anche il tempo per soffermarci su alcuni particolari senza per forza dover seguire la massa incredibile di turisti che affollavano Praga in quei giorni, veri fiumi in piena di italiani-spagnoli-giapponesi-tedeschi-americani e così via che si sono riversati nei vicoli e nelle strade della Città Vecchia, di Josefov e di Mala Strana, fortunatamente meno in altre zone della città.

Inutile soffermarsi a raccontare della piazza della Città Vecchia e del suo orologio astronomico: il fascino e la maestosità sono gli stessi di sempre. Superfluo scrivere del via vai di gente e del turbinare dei colori in piazza Venceslao, che abbiamo toccato solo un paio di volte. Idem per il Ponte Carlo, per il quale merita però fare una nota, ovvero dire che tutti gli ambulanti che ci sono a vendere, disegnare e suonare sono autorizzati e riconoscibili grazie ad una tessera con nome e fotografia. Nel resto della città non c’è un solo ambulante con lenzuola stese in terra davanti alle vetrine dei negozi o con un improvvisato banco di cartone in mezzo alla strada: un ordine che stride con il caos di città come, ad esempio, Firenze.

Chiunque abbia visitato Praga o abbia visto una guida sa ormai tutto del quartiere ebraico e delle sue sinagoghe (per la prima volta le ho visitate tutte. 200 corone solo per la VecchiaNuova, suggestiva, 300 per il biglietto cumulativo per le altre quattro: Maiselova, Spanelska- bellissima-, Pinkasova e Klausova, più il cimitero e la sala delle cerimonie), di Mala Strana e di tutto quello che ruota tra le due piazze principali.

Così preferisco raccontare di una Praga vista dall’alto, delle tante salite e delle altrettante discese, del Castello raggiunto percorrendo la Nerudova (il Hrad è visitato da tantissime persone ma forse non da tutti coloro che vanno a Praga), del monastero di Strahov, di Novy Svet e di Loreta, di Vysehrad e della Moldava.

 

11 agosto

Con solo mezza giornata (più la sera) a disposizione ci siamo limitati ad attraversare il Ponte Carlo, a percorrere la Karlova per raggiungere la Città Vecchia e a girovagare nelle vie del centro per prendere confidenza con la città, ricevendone in cambio il tanto atteso fascinoso abbraccio. E anche gli occhi della mia compagna hanno brillato al primo impatto con la magica Praga.

 

12 agosto

Poche cose aiutano a capire Praga più dello sguardo panoramico dai bastioni del Castello: subito sotto i tetti rossi di Mala Strana, oltre, all’orizzonte, tutta la città, con l’imponente torre della tv di Zizkov a fare da baluardo tra il centro e le zone periferiche, tra il passato e il presente.

Per raggiungere il Hrad abbiamo affrontato la salita di via Nerudova, impiegando molto tempo non per la fatica ma per esserci fermati ogni dieci metri a vedere una decorazione, uno stemma, un portone, un negozio o una qualsiasi delle mille cose che attirano l’attenzione lungo questa strada.

Arrivati in vetta abbiamo prima svoltato a destra per raggiungere il Castello lungo la strada in salita; abbiamo ammirato il panorama e siamo tornati sui nostri passi per andare a riprendere la scalinata che porta alla piazza del Hrad (ma abbiamo fatto una fatica inutile: la scala porta alla piazza esattamente come la salita dei bastioni ed è evitabile).

Poi abbiamo attraversato tutto il Hrad senza purtroppo entrare nè in San Vito, nè nel Palazzo Reale, nè nel Vicolo d’oro per due motivi: bisogna pagare un biglietto (poco male) e, soprattutto, fare la fila dietro a quelli che l’avevano comprato prima e quel giorno erano davvero tanti.

Dopo aver raggiunto la Torre Nera ci siamo rifatti delle mancate visite percorrendo i giardini e sostando sulle panchine davanti all’ennesimo panorama e a prati all’inglese ben curati. E tornando in piazza abbiamo anche intravisto il cambio della guardia di mezzogiorno, l’unico della giornata in cui suona la fanfara militare e la cerimonia è solenne.

Dal Hrad ci siamo diretti, diversamente dal 99% degli altri turisti, non verso la Nerudova o le scalinate che portano a Mala Strana partendo dalla Torre Nera, ma verso Novy Svet e le sue strette strade con case piccole e ricche di storia. Finalmente liberi dalla massa dei turisti abbiamo passeggiato in tranquillità fino al Monastero di Loreto (o Loreta in ceco), un luogo di pellegrinaggio che, purtroppo abbiamo trovato chiuso per la pausa di pranzo e ci siamo persi anche il suono del carillon che allo scoccare di ogni ora dalle 9 alle 18 suona con 27 campanelle “Ti salutiamo mille volte”. Il tempo di qualche foto e poi abbiamo raggiunto, tramite la piazza Pohorelec, dove la ristrutturazione dei palazzi antichi deve ancora arrivare, il monastero di Strahov.

Abbiamo visitato (100 corone a testa più 50 per avere il permesso di fare le foto, ma senza flash) le storiche biblioteche: la visita vale ma attenzione, perchè le due sale si possono vedere solo dalla porta, senza poter entrare e vedere da vicino i volumi ed i mappamondi vecchi di secoli e secoli.

Per far capire quanto il monastero sia fuori dalle normali “rotte” turistiche basta dire che eravamo gli unici italiani oltre ad un’altra coppia giovane. Poi solo giapponesi e turisti del nord Europa...

Per tornare “a valle” abbiamo deciso di utilizzare la funicolare che si trova quasi ai piedi dell’inconfondibile copia della Torre Eiffel che domina la collina di Petrin: prima però ci siamo fermati al padiglione che ospita il labirinto degli specchi deformanti e ci siamo concessi dieci minuti di risate-relax (ingresso, mi pare, 50 corone. Dico mi pare perchè non rilasciano nessun biglietto e quindi non so dove andare a controllare il prezzo...).

Il biglietto per la funicolare di Petrin è lo stesso di tram, bus e metro: 18 corone per il viaggio singolo. La corsa è davvero breve (poche centinaia di ripidi metri) e finisce nel viale Ujezd, parallelo alla Moldava, verso la quale siamo andati poi di gran carriera per arrivare in tempo per prendere il battello che, alle 15,30, parte dal ponte Jiraskuv (a pochi metri dalla Casa Danzante), risale il fiume fino a Vysehrad, vira e ridiscende fino alle chiuse del ponte Hlavkuv e si ferma al capolinea del ponte Cechuv dopo un’altra virata. Un’ora e mezzo di navigazione (ma mezzora si perde in sosta alle chiuse iniziali tra i ponti Jiraskuv e Legii) durante la quale si vede una Praga diversa, cogliendo particolari insoliti sia dei palazzi lungo il fiume che dell’isola Kampa o dei vari ponti. Costa 290 corone a testa, il battello è grande ed i posti a sedere sono tanti, con tavoli sui quali si possono consumare bibite o gelati da ordinare alle tre-quattro cameriere che passano di frequente ma senza insistenza: anche i prezzi delle bevande sono contenuti.

Sarà che è stata un’esperienza nuova ma per me è stato uno dei momenti più belli del soggiorno praghese.

 

13 agosto

Un’altra parte da scoprire, nonostante i miei tre precedenti viaggi a Praga, era quasi tutta Nove Mesto. Il “confine” delle precedenti escursioni era sempre stato Narodni Tridà, con il grande magazzino Tesco e i due teatri (Nazionale e Lanterna Magica) vicini alla Moldava. Stavolta ho voluto dedicare un’intera mattinata alla visita di questa parte di Praga, anche per arrivare a Vyserhad senza utilizzare la metropolitana o i mezzi pubblici.
Dopo aver lasciato il Narodni Tridà entrando in una delle tante vie tra il Tesco e il teatro abbiamo girovagato senza un percorso preciso in direzione di Karlovo Namesti, che mi ha in parte deluso. La piazza è molto lunga e di conseguenza dispersiva; così se cammini nei giardini hai la vista sui palazzi e sulle chiese laterali piuttosto disturbata dagli alberi. Se cammini sui marciapedi perdi i giardini e le cose da vedere sul lato opposto.
Per fortuna gli edifici più importanti, a parte la Chiesa di Sant’Ignazio, sono sui lati brevi: il Municipio della Città Nuova (dove c’è stata la prima defenestrazione di Praga) e la Casa di Faust, che ora ospita la farmacia del policlinico.
Diciamo che con tutto quello che c’è da vedere a Praga questa piazza può essere messa in secondo piano.
Da lì abbiamo proseguito per Vyserhad, con le guglie scure della chiesa di San Pietro e Paolo sempre all’orizzonte e apparentemente vicine: la prospettiva invece inganna e per raggiungere questo colle abbiamo dovuto camminare un buon quarto d’ora in una parte di città dall’aspetto ancora “pre caduta del muro di Berlino”, con palazzi grigi, chiese barocche aperte solo per le funzioni religiose e non per le visite dei turisti (e per questo dalle facciate trascurate e spoglie) e viali con auto che sfrecciano tra gente intenta a fare la spesa o a lavorare.
Siamo saliti al colle di Vyserhad passando dalla Vrastislavova, che inizia in prossimità del sottopasso ferroviario: subito dopo aver oltrepassato la porta (che ospita anche un museo sulla storia del colle, abbiamo svoltato a destra per raggiungere i bastioni dai quali si gode una bella vista della città. E’ un posto dove rilassarsi, godersi il vento fresco, i giardini ben curati e visitare sia la chiesa che il cimitero monumentale, dove sono sepolti alcuni cittadini famosi di Praga. Le lapidi sono l’una diversa dall’altra, per stile e colore e molte sono vere e proprie opere d’arte: quasi nessuna riporta la foto del defunto e, da quello che ho capito, molte sono tombe di famiglia che ospitano più persone, morte anche a distanza di tanti anni le une dalle altre.
Attraversando i giardini a sinistra della chiesa si arriva ai bastioni opposti a quelli iniziali, con vista (bellissima) sulla Moldava e sui quartieri più moderni di Praga (quelli della Kongresova, per intenderci), oltre a vedere un piccolo appezzamento di terreno adibito a vigna. Ci sono un paio di locali dove bere o mangiare ma anche tanti angoli verdi isolati dove riposare o leggere un libro distesi sull’erba.
Per abbandonare questo piccolo paradiso (la distanza dalle mete classiche riduce molto la presenza di turisti) abbiamo deciso di percorrere la ripida stradina che inizia proprio di fronte alla chiesa e che, tra scale e discese, attraversa un boschetto con panchine isolate. Lì ho visto e invidiato un signore praghese, probabilmente un pensionato, godersi la lettura di un quotidiano seduto su una panchina al fresco, lontano dai rumori della città e dai problemi di tutti i giorni: chissà da quanto ha scoperto quell’angolino dove passare le giornate...
Dopo una breve camminata ci siamo ritrovati sul viale che costeggia la Moldava e abbiamo deciso di prendere la metropolitana alla fermata Karlovo Namesti per scendere poi a Namesti Republiki.
Dopo un veloce sguardo alla Casa Civica e al suo liberty (inavvicinabile per i prezzi il ristorante interno) siamo andati a pranzo, poi ci siamo concessi, a pomeriggio inoltrato, un po’ di riposo prima di buttarci nella Nà Prikopè, la via dei negozi e del Casinò dove la sera avremmo perso venti euro alle slot machine. Un giro tra le vetrine e poi il ritorno all’hotel per un ritemprante idromassaggio.

 

14 agosto

La mattina l’abbiamo voluta riservare alla strada che ci è piaciuta di più, la Nerudova. Questa via ha il pregio-difetto di avere palazzi e vetrine da vedere sia su un lato che sull’altro, in tutta la sua lunghezza e, essendo anche abbastanza stretta, è impossibile vedere tutto solo risalendola per andare al Castello o solo discendendola per tornare a Mala Strana. Visto che la prima volta l’avevamo solo salita stavolta l’abbiamo voluta percorrere nei due sensi, guardando quante più cose possibili.

Per raggiungerla però abbiamo fatto il giro attraverso le vie di Mala Strana che costeggiano la Moldava entrando per una visita anche al giardino Vojanovi , un piccolo parco circondato da alte mura, oasi di tranquillità proprio sotto il Hrad. In pratica è il giardino dell’ospedale di Mala Strana, ci sono una specie di cappella abbandonata (mai completata) e panchine per riposare.

Questa volta siamo arrivati al Castello in tempo per vedere il cambio della guardia con la cerimonia solenne e l’uscita delle guardie in fila dal Palazzo Reale attraversando la piazza.

A fine mattina abbiamo iniziato il giro di Josefov, il quartiere che ci siamo lasciati per ultimo per la sua ricchezza di cose da vedere, anche solo alzando la testa per guardare un tetto o un campanile.

La pèrima tappa è stata la sinagoga VecchiaNuova, per la quale si paga un biglietto a parte (200 corone a testa): per gli ebrei praghesi ha un valore particolare, è accanto al vecchio municipio con l’orologio in numeri ebraici e con le lancette che girano in senso antiorario. La sinagoga è interessante più per la sua storia che per quello che si può vedere dentro: molto semplice negli arredi ma con oggetti impregnati di storia e risalenti a molti secoli fa. Inutile fare la lista, tanto basta una buona guida per sapere cosa vedere; la visita vale, soprattutto se accompagnata da quella alle altre sinagoghe, anche per vedere come sono cambiate nel corso dei secoli.

Abbiamo fatto i pochi metri di strada necessari per arrivare alla biglietteria vicina alla Casa delle Cerimonie, ed abbiamo fatto il biglietto per il resto delle sinagoghe e per il cimitero (300 corone a testa). La Casa delle Cerimonie non mi ha particolarmente colpito la prima volta che l’ho vista e neppure stavolta mi ha lasciato grandi ricordi, per me si può anche fare a meno di vederla, soprattutto se non si conoscono la cultura e la tradizione ebree. Tutte da visitare invece le altre sinagoghe, con la Spanelskà decisamente imperdibile per caratteristiche, colori e testimonianze storiche. Niente di che la Klausova, emozionante la Pinkasova, che ha sui muri i nomi di tutti gli ebrei cechi deportati nei campi di concentramento. E tutto intorno c’è Josefov, un quartiere che lascia intuire quale e quanta fosse la ricchezza economica e culturale degli ebrei prima della seconda guerra mondiale e che ha il pregio di  regalare a ogni angolo esempi di bellezza assoluta.

 

Per chi ha voglia di proseguire nella lettura ci sono le mie “consuete” note tecnico-turistiche-economiche

 

Volo

Galeotta fu una pubblicità trovata per caso su Internet, quella dell’inaugurazione della rotta Pisa-Praga di Sky Europe. Ho prenotato a febbraio: andata un centesimo, ritorno 5 euro. Con le inevitabili tasse siamo arrivati ad un Pisa-Praga e ritorno da 72 euro (più 15 di assicurazione che, per una volta, ho voluto fare per non lasciare niente di intentato nel mio primo viaggio all’estero con Ketty).

Tutto in orario e senza il minimo problema. Una volta arrivati a Praga abbiamo preso l’autobus 119 fino al capolinea, che corrisponde al capolinea della metro verde di Dejvickà: due fermate e siamo scesi a Malostranskà.

Biglietto integrato da 75 minuti 26 corone (i prezzi aumentano anno dopo anno...), altrimenti la corsa singola costa 18 corone.

 

L’albergo

La prima volta di Ketty a Praga meritava una cornice speciale così per una volta, pur affidandomi ancora al fidatissimo booking.com, non ho usato come metodo di scelta il “prezzo per camera doppia” ma i “giudizi di tutti gli ospiti”, scegliendo poi solo tra gli hotel con un punteggio sopra l’8.

Secondo parametro di giudizio la posizione: niente fuori da Praga 1. E così la scelta si è ridotta ad alberghi concentrati tra Mala Strana, la Città Vecchia e Piazza Venceslao.

Terzo parametro la vicinanza al ponte Carlo, perchè è intorno a questa struttura che ruotano il fascino della città ed i sentimenti di chi la visita.

Così la “corsa ad eliminazione” si è ridotta a due hotel, il Savic (lungo la Karlova) e il Residence Lundborg. Il primo con un’offerta davvero appetibile per un hotel di quel tipo, il secondo con il triplo vantaggio di avere solo suite di almeno 40 metri quadrati, la Jacuzzi in bagno e la porta d’ingresso davanti al ponte Carlo. E per davanti intendo proprio davanti, visto che il Lundborg (http://www.lundborg.se) si trova al numero 3 di U Luzickeho seminare, una piazzetta sottostante le ultime due arcate del ponte dalla parte di Mala Strana.

Così la scelta è caduta sul Lundborg: 140 euro a notte forse eccessivi ma sicuramente ben spesi. Come dice infatti una nota pubblicità “non ha prezzo” uscire dall’albergo e avere a sinistra un ponte sulla Certovka, davanti le arcate del ponte Carlo e la piazza Na Kampe e a destra la Malostranskà vez, la torre con la porta che conduce a Mala Strana.

Il Lundborg deve almeno una delle quattro stelle alla posizione invidiabile e unica; a mio parere infatti la struttura, pur bellissima, ha qualche pecca rispetto ad altri quattro stelle. Costruito in un edificio barocco del 1300, sopra ai resti (in parte ancora visibili) del ponte Giuditta (il predecessore del ponte Carlo), ha stanze spaziose e una dotazione ottima di arredi, ma difetta in alcuni particolari. Ci hanno dato la suite 8

(http://www.lundborg.se/suite_08_ladies.php?m), rispettando anche la mia richiesta di avere letti uniti e non separati. Purtroppo la 8 è una delle tre stanze sulle tredici dell’hotel a non avere le finestre sul ponte Carlo ma sui vicoli di Mala Strana, comunque suggestivi. Pecca non da poco prima della partenza (quando ancora una coppia di amici di ritorno da Praga non mi aveva avvertito dei lavori per la ristrutturazione del ponte), quasi un sollievo dopo, visto che proprio sul lato di Mala Strana il ponte era diviso tra zona pedonale e cantieri, dove già dalle prime ore del mattino gli operai iniziavano ad usare i martelli pneumatici, provocando un rumore rimasto ben lontano dalle nostre orecchie.

Camera grande con tv piccola e letti comodi; salottino con tv grande, divano-letto, poltrona, cucina attrezzata e scrivania con pc dotato di internet gratuita; bagno con idromassaggio e tanto spazio.

Colazione ricca e con scelta discreta anche se non abbondante come in altri alberghi: carina la sala a volte, degna del contesto storico dell’edificio. Servizio buono ma distaccato. Unica nota davvero negativa la mancanza di luce nei corridoi di sera: abbiamo raggiunto l’ascensore al buio o con la luce del cellulare senza vedere gli interruttori, che, se c’erano, erano ben nascosti. Più probabile una dimenticanza del personale dell’hotel addetto al quadro elettrico della hall.

Più: posizione, internet free e stile.

Meno: manca un po’ di attenzione ai particolari (qualche tavola del parquet in camera sconnessa e un paio di crepe nell’intonaco). Niente di minimamente grave ma per un quattro stelle così rinomato...

 

Ristoranti, spuntini e merende

11 agosto

Siamo arrivati nel primo pomeriggio abbastanza affamati quindi per il primo spuntino praghese non siamo andati alla ricerca di niente di particolare. Varcata la porta di Mala Strana ci siamo infilati nel primo locale dall’aspetto un po’ meno turistico degli altri, il Treti kachna (terza anatra): un pub-ristorante ricavato in un lungo androne di un palazzo signorile e arredato con un mix di stili, dal classico tavolo in legno da pub a mobili realizzati su misura tenendo conto del pavimento non sempre lineare. Il lungo bancone è sormontato da una canoa da quattro posti più timoniere rovesciata e trasformata in lumiera. Un posto strano, a metà tra il romantico e il kitsch, ma dal servizio lentissimo: per due panini (e neppure molto buoni...) abbiamo aspettato quasi un’ora nonostante in tutto ci fossero una decina di clienti.

480 corone (21 euro) per due baguette grandi, un’insalata, una coca, un’acqua e 20 per la solita mancia che non si capisce mai se è obbligatoria o se è un modo per farti pagare di più il coperto con l’onnipresente scritta “tip is not included”.

Per la prima cena invece ci siamo fidati dei vari consigli trovati in rete e abbiamo scelto il Kolkovna, nel quartiere ebraico (V Kolkovne 8 – www.kolkovna.cz). Al piano superiore è pub-birreria, nel seminterrato ristorante. Siamo scesi al piano inferiore, tutto a volte con mattoni a vista, vecchie foto in bianco e nero e arredo in legno, e abbiamo cenato ad un tavolo tondo con sgabelli alti perchè i tavoli normali erano tutti prenotati. Quando ce ne siamo andati (dopo più di un’ora) ci siamo lasciati alle spalle piatti completamente ripuliti. Il gulash di Ketty e il mio fenomenale roast beef con salsa hanno avuto vita breve e finalmente ho potuto riassaggiare anche i tanto amati knederli praghesi. Primo impatto con la Pilsner Urquell per la “signora” (a Praga la birra costa ancora meno dell’acqua): pare che sia leggera...

E’ rimasta questa per tutto il soggiorno l’unica marca di birra ceca assaggiata.

496 corone per una Pilsner da 0,3l (28 corone), acqua (44), Coca Cola zero (55), Gulash (165), Roast Beef (Svickova, 159) e knederli (45).

 

12 agosto

Di ritorno dalle “alture” di Strahov abbiamo percorso il viale Ujezd in direzione della Moldava e ci siamo fermati a pranzo al numero 22, alla Pivnice U Sveiku (http://www.usvejku.cz), una classica birreria senza infamia (ho dovuto mangiare leggero causa abbuffata della sera precedente e colazione troppo calorica) e con la lode del costo: 300 corone, mancia compresa, per un brodo di carne (35 corone, molto meno di due euro), un piatto di carne di maiale stile cordon bleu e due Coca. La birra costa tre euro al litro! E’ proprio vero che basta allontanarsi un po’ dal centro per ritrovare i prezzi della vecchia Praga.

Per la cena invece abbiamo prenotato (salvo poi scoprire che la prenotazione non era stata registrata) al Klub Architectu (www.klubarchitektu.com), in Betlemske Namesti. Si entra dal cancello che dà sulla piazza, tra la chiesa e la costruzione che ospita un centro di architettura. Al piano interrato c’è un ristorante romantico, ricavato in una specie di cripta di origine gotica con mura in mattoni a vista, luce soffusa e cucina tipica appena un po’ sperimentale. Il Klub è consigliato da più parti in Internet e mi aggiungo anche io alla lista di chi ne ha avuto un’impressione favorevole.

Abbiamo dovuto condividere il tavolo con una coppia francese di mezza età, ma per il resto è stato tutto molto positivo.

Abbiamo ordinato un antipasto di prosciutto arrotolato con formaggio, Camembert fritto con salsa tartara, pollo fritto (ma delicatissimo), knederly di patate, una Pilsner da 0,33 e acqua naturale (un bicchiere): 520 corone, massimo risultato con la minima spesa.

 

13 agosto

Per pranzo ci siamo concessi un ristorante un po’ fuori budget ma decisamente unico. Siamo infatti andati allo Zvonice (http://www.restaurantzvonice.cz), al settimo-ottavo piano della torre Jindrisska, poco lontano da Republicki Namesti. Non capita tutti i giorni di mangiare ad un tavolo sistemato sotto una campana del 1518 (http://www.restaurantzvonice.cz/obr.php?src=_PIC/Foto_7patro02.jpg) in una torre restaurata dalla quale si gode un panorama insolito sui tetti di una delle città più belle del mondo. Visti i prezzi ci siamo contenuti nella quantità ma sulla qualità non abbiamo certo avuto problemi: tutto molto buono e servito con gusto e attenzione. Una semplice caprese mi è arrivata con la mozzarella a fette inserita in un grande pomodoro come se fosse un Big Mac di McDonalds: il tutto coperto e circondato da sottili linee di salsa di basilico (260 corone, poco più di 10 euro). Ketty ha preso Grilovane Kureci, ovvero filetto di pollo arrosto con pancetta marinata in salsa di basilico rosso servito con cipolla arrostita e knederly di patate (490 corone, quasi 20 euro di bontà). In un posto del genere l’acqua è Evian (senza gas, 99 corone) e Mattoni (con gas, idem). Io ho preceduto la caprese con il solito brodino con polpettine di carne (120 corone). Ci hanno fatto pagare (100 corone) anche la frutta secca (noccioline, pistacchi ecc.) che abbiamo trovato sul tavolo (come da noi ci sono i grissimi). Totale 1.168 corone.

Per cena ci siamo fatti guidare dal... tifo. Passeggiando in centro la sera precedente avevamo visto infatti un locale con la scritta “domani Champions League Juve-Artmedia in tv” e così abbiamo deciso di cenare lì per guardare la partita. La fortuna ha voluto che si trattasse di un locale italiano, gestito da toscani e con prodotti italiani e toscani (ad esempio l’acqua Panna). Così abbiamo anche potuto scoprire la Taverna Toscana (http://www.tavernatoscana.cz/it/index.htm) in Malè Namesti, la piazza delle favole di Ketty. E fortunati siamo stati anche a poter vedere la partita non in un pub fumoso e affollato di inglesi con patatine fritte, birra e odore di olio ovunque ma in una bella cantinetta gotica, con un servizio impeccabile e cucina ottima, dalla mia pizza alla panzanella di Ketty. I prezzi non sono bassissimi, soprattutto per Praga, ma la Taverna è in pieno centro, in una delle piazze più carine (d’estate si mangia anche all’aperto) e non è un ristorante italiano “falso”, tutt’altro.

Per una panzanella, due pizze, Coca e caffè abbiamo speso 1450 euro (circa 55 euro).

 

14 agosto

Presi dalla frenesia da “ultimo giorno” a Praga non ci siamo allontanati troppo dal centro e così ci siamo ritrovati all’ora di pranzo in Havelskà, la piazzetta rettangolare tra piazza Venceslao e la Moldava dove ogni giorno si svolge il mercatino di frutta, verdura e prodotti tipici. Tra i vari ristoranti sotto i portici abbiano scelto il U Radnickych, con tavoli all’aperto ai quali abbiamo preferito quelli all’interno, per vedere i muri ricoperti di vecchi orologi e di foto di Praga. Menu un po’ turistico e anche tre menu del giorno a prezzi più contenuti (ovviamente già terminati perchè siamo arrivati un po’ tardi...).

716 corone per i “soliti” piatti unici di carne (gulash e maiale) più bibite e caffè.

La cena dell’ultima sera è stata più complicata del previsto. Avevamo deciso di andare a mangiare sull’isola Kampa, ma un concerto organizzato sull’isoletta vicina e il conseguente rumore oltre alla chiusura del ristorantino annesso al museo ci ha fatti spostare verso Mala Strana: tra prezzi alti, fame relativa e indecisione tra le tante soluzioni possibili siamo finiti, dopo una lunga e bella passeggiata, alla enorme Malostranska Pvnice, un ristorante birreria che occupa un intero isolato con quattro o cinque sale diverse. Noi siamo andati nella seconda, quella con il grande spazio all’aperto. Il menu è ricchissimo, con piatti unici arrosto che basterebbero a tre persone; sul tavolo i bretzel bavaresi grandi.

Faccia sorpresa del cameriere quando abbiamo ordinato due Coca e nessuna birra (la fanno loro, proprio lì). Purtroppo la nostra ordinazione (cavolo bianco, carne con contorno e le bibite) è andata smarrita e dopo un’ora, sollecitando il cameriere, se ne sono accorti scusandosi per l’inconveniente. Quando ci hanno portato la roba però ho avuto l’impressione che avessero messo a scaldare i piatti che probabilmente il cameriere aveva lasciato in cucina dimenticandosi di portarceli appena pronti.

Quindi recensione negativa, anche se il locale è da vedere e i prezzi sono buoni.

 

Shopping

 

Sciarpe

Nel 2002 pensavo di aver “saccheggiato” il negozio più fornito di materiale calcistico di Praga, un piccolo stanzino in una via vicina a Betlemske Namesti, punto di vendita ufficiale dello Sparta Praga.

Invece ignoravo l’esistenza del Fan Shop (http://www.fanshop.cz) di via Myslikova (numero 34) nel quale il destino mi ha fatto imbattere nel girovagare senza regola in Nove Mesto. Producono e vendono bandiere, sciarpe, cappelli e gadget vari di molte squadre ceche e slovacche. A malincuore mi sono accontentato di due sciarpe sole per non gravare sul bilancio vacanziero (300 corone l’una, più o meno 13 euro), Vysehrad e Banik Ostrava, lasciando “perle” di sciarpe come Jablonec, Mlada Boleslav e Siad Most sullo scaffale. Senza la saggezza di Ketty avrei sperperato un patrimonio...

 

Marionette

Praga ne è piena, ce ne sono ovunque, di ogni tipo, grandezza e costo. Si parte da 1000 corone per grandezze medie nei negozi di souvenir del centro, dove ci sono le produzioni in serie e tutte le marionette sono uguali da bottega a bottega e dove i soggetti hanno poco di caratteristico (Pinocchio, Harry Potter ecc.) o si rifanno alla nome di città magica che ha Praga e quindi si abbonda di draghi, streghe, maghi e mostri vari.

Accanto al nostro hotel c’era però un laboratorio artigianale (www.marionety.com), dove venivano prodotte e vendute le marionette, vendute anche nel punto vendita di Tyn, nella Città Vecchia. Una diversa dall’altra, tutte realizzate e dipinte a mano e vestiti con abiti cuciti in una stanza visitabile e visibile anche da una finestra sulla strada.

Lì, per meno di mille euro, abbiamo comprato una marionetta che raffigura una cameriera con grembiule con un boccale di birra in mano.

 

Matriosche

Anche di queste Praga è piena, nonostante sia un prodotto tipicamente russo. Ce ne sono di ogni tipo, anche di squadre di calcio italiane. Ovviamente non ne abbiamo comprate.

 

Souvenir

Altra invasione. Noi, abbagliati dalla grandezza, dalle vetrine e dalla varietà di offerta di uno dei negozi Praga Blue, abbiamo comprato piccoli regali per gli amici scoprendo poi che, gli stessi oggetti (segnalibro, mollette in legno, matite) costavano fino a 30 corone meno nel mercatino di Havelskà…

Consiglio: aspettare sempre l’ultimo giorno e non cadere in tentazione!